Stop alla caldaia a gas per le ristrutturazioni e per le nuove costruzioni

3 Luglio 2023 | Efficienza Energetica

Al fine di rispettare il principio DNSH in ambito di PNRR, sono state emanate nuove direttive, per limitare fortemente l’installazione di caldaie a gas, sia in caso di ristrutturazione, sia per le nuove costruzioni.

La caldaia a gas è la tipologia d’impianto più diffusa all’interno del parco residenziale italiano.

Le ragioni sono facilmente intuibili: il costo della macchina, rispetto ad altre tipologie d’impianto, è contenuto e il principio di funzionamento dell’impianto è così semplice da garantire una manutenzione ordinaria e piuttosto economica.

D’altro canto, questo tipo d’impianto pecca di termini di prestazioni, trattandosi appunto di una tecnologia piuttosto basica, e in termini di sostenibilità, poiché si alimentano di fonti fossili.

Come tutti sappiamo, la sostenibilità ambientale ricopre un ruolo sempre più centrale nelle politiche europee, come dimostrano anche le nuove regole sulle caldaie a gas per nuove costruzioni e ristrutturazioni.

Le nuove regole, pubblicate dal Mef al fine di rispettare il principio DNSH (Do no significant harm), inaspriscono i requisiti tecnici che gli impianti devono avere per essere considerati ammissibili.

Per scoprire le nuove regole e in quali casi resterà possibile installare la caldaia a gas, continua la lettura dell’articolo fino alla fine.

Caldaia a gas, cosa prevede il PNRR

Come accennato, nella maggior parte degli edifici si fa uso di caldaie a gas per produrre acqua calda sanitaria e per scaldare gli ambienti. Queste, però, sfruttano fonti fossili, le quali comportano emissioni di CO2 dannose per l’ambiente.

Ma ci sono anche altre problematiche connesse, una su tutte: la forte variabilità del prezzo dell’energia.

Problema che tutti noi abbiamo toccato con mano nel recente periodo, vedendoci recapitare bollette triplicate o persino quadruplicate.

Le normative europee, a seguito di tutte queste criticità, hanno imposto l’adozione di misure alternative: PNRR e DNSH.

Il Piano Nazione Riprese Resilienza (PNRR) include misure che concorrano concretamente alla transizione ecologica, le quali, in nessun caso, devono violare il principio del Do No Significant Harm (DNSH): il principio per cui nessun intervento deve arrecare un danno significativo all’ambiente.

L’adozione di queste misure ha portato la consequenziale esclusione delle caldaie a gas dai finanziamenti.  

Le checklist da rispettare

Poiché tutti gli interventi finanziati dal PNRR dovranno rispettare il principio del DNSH (Do No Significant Harm) il Mef ha pubblicato due checklist di verifica e controllo, destinate alle costruzioni di nuovi edifici, ristrutturazioni e riqualificazioni di edifici che prevedono l’esclusione delle caldaie a gas.

Quando devono essere utilizzate le checklist?

  • per le misure che prevedono un esplicito divieto di inserire le caldaie a gas in interventi del Pnrr;
  • per le misure per le quali si accerta la conformità rispetto ai principi Dnsh mediante l’utilizzo di una lista di esclusione.

Quando sono espressamente vietate

Le caldaie a condensazione a gas sono espressamente escluse dalle seguenti misure:
– M2C4 2.2: Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni;
– M5C2 2.1: Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale;
– M5C2 2.2: Piani urbani integrati.

È escluso l’approvvigionamento di caldaie a gas naturale per le seguenti misure:
– M2C3 1.2: Costruzione di edifici, riqualificazione e rafforzamento dei beni immobili dell’amministrazione della giustizia;
– M4C1 3.3: Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica;
– M4C1 1.7: Riforma della legislazione sugli alloggi per studenti e investimenti negli alloggi per studenti;
– M2C3 2.1: Rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.
 
Per quest’ultima misura – rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus -, il costo dell’installazione di caldaie a condensazione a gas deve rappresentare una piccola parte del costo complessivo del programma di ristrutturazione e l’installazione deve avvenire per sostituire le caldaie alimentate a olio combustibile.
 
Inoltre, la caldaia dovrà assicurare la conformità alla normativa sull’etichettatura energetica o, in alternativa, dovrà essere installata in un edificio interessato da un più ampio programma di efficienza energetica o di ristrutturazione edilizia, in linea con le strategie di ristrutturazione a lungo termine previste dalla direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, con conseguente sensibile miglioramento della prestazione energetica.

Le eccezioni dove resta possibile installare la caldaia a gas

In conclusione, l’installazione della caldaia a gas è vietata nei casi in cui ne è vietato il finanziamento e quando il suddetto impianto sia riportato all’interno della lista di esclusione.

Viceversa, la caldaia a gas potrà essere installata, ma a delle condizioni: le caldaie a gas dovranno comunque essere conformi alla Direttiva Ecodesign 2009/125/CE e ai relativi Regolamenti della Commissione, come il Regolamento della Commissione N°813/2013 e la Direttiva sull’ Etichettatura dei prodotti energetici 2010/30/UE.

Altre soluzioni di efficienza energetica per il riscaldamento e l’ACS

Il pacchetto REPowerEU promuove, in particolar modo, l’adozione delle pompe di calore in sostituzione della caldaia a gas.

Infatti, i benefici di questo tipo d’impianto (di cui puoi approfondire tutti gli aspetti nella nostra guida Pompa di calore: utilizzi, tipologie e incentivi dedicati) sono molteplici e riguardano l’efficienza energetica, il risparmio economico, la funzionalità e la sostenibilità ambientale.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, la pompa di calore, attraverso l’energia elettrica, produce e trasferisce all’interno dell’ambiente più energia di quella consuma, permettendo un aumento delle prestazioni e contestualmente la riduzione dei consumi.

Di conseguenza, se abbinata all’installazione di un impianto fotovoltaico (meglio se con un sistema di accumulo) abbatte quasi totalmente la spesa per il riscaldamento.

Devi sapere che grazie ai bonus fiscali, come il conto termico 2.0 e l’ecobonus (anche se al momento è disponibile solo nella forma di detrazione fiscale), rientrare nell’investimento inziale è particolarmente agevole.

In termini di funzionalità è altrettanto vantaggiosa perché con un impianto è possibile soddisfare sia il riscaldamento che il raffrescamento, semplicemente invertendo il ciclo di funzionamento della macchina.

Inoltre, questo tipo d’impianto è privo di canna fumaria, quindi è notevolmente più sicuro.

Da tenere in considerazione anche un altro fattore: l’aumento del valore della casa. Infatti, Con un sistema di riscaldamento efficiente che introduce l’utilizzo di fonti rinnovabili sale anche la classe energetica dei locali. Ciò significa che, in fase di compravendita, il valore dell’immobile sarà più elevato.

E poi, soprattutto, la pompa di calore sfrutta una fonte rinnovabile gratuita: cattura il calore presente nell’aria esterna (anche quando si è sottozero nell’aria è sempre presente una quantità di calore sfruttabile), nell’acqua di falda o nel sottosuolo (in questo caso con una pompa di calore geotermica) e la trasferisce mediante un ciclo frigorifero all’acqua dell’impianto di riscaldamento, a fronte di un consumo abbastanza contenuto di energia elettrica.

Dunque, è sostenibile per l’ambiente perché evita il consumo di fonti fossili.

Come vedi l’alternativa c’è e conviene, sta a noi approfittarne.

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