Cosa succede ai pannelli solari quando si esauriscono?

31 Gennaio 2018 | Efficienza Energetica

In molti ci chiedono come avviene lo smaltimento dei pannelli solari, e soprattutto se il procedimento causi danni all’ambiente.

Una volta giunti a fine vita, ovvero dopo i 25-30 anni, i pannelli solari non rappresentano un problema come molti pensano…ma una risorsa! Il principio è sempre quello dell’economia circolare di cui abbiamo già parlato in questo articolo, fulcro delle Green Economy: efficientare, riutilizzare ed infine riciclare. Ma approfondiamo come avviene il riciclo.

Da un modulo standard da 21 kg è possibile ricavare: 15 kg di vetro, 2,8 kg di plastica, 2 kg di alluminio, 1 kg di polvere di silicio e 0,14 kg di rame. Gli standard di smaltimento di questi, rientrano nella direttiva europea dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ed ecco come avviene:

  1. Separazione delle parti: l’alluminio dalla cornice, il vetro dalla parte superiore del modulo, il silicio e i metalli, il rame dei collegamenti elettrici e l’argento dalle celle.
  2. Demolizione del modulo e analisi tramite laser del materiale ricavato.
  3. Raffinazione e micro riciclaggio dei fiocchi di silicio.

Si riesce a recuperare in peso l’85% di un modulo e sono tutti materiali che se correttamente separati possono essere riutilizzati. Grazie ad un progetto di ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sarà possibile realizzare anche in Italia un centro di smaltimento all’avanguardia.

Entro il 2020 infatti verrà realizzato un impianto in grado di recuperare non solo l’85% in peso del singolo modulo previsto dalla normativa europea, ma anche il 15% proveniente dalle celle che contengono silicio, argento e rame (i materiali più preziosi!). Spetterà alla stessa ENEA verificare gli aspetti ambientali, supportare la progettazione dell’impianto per il trattamento dei moduli e il trattamento di rifiuti liquidi e gassosi derivanti dallo smembramento di questi.

Il riciclo dei pannelli fotovoltaici sempre secondo ENEA, arriverà a rappresentare nel 2050 un volume di affari di circa 15 miliardi di dollari a livello globale. Il business quindi è di dimensioni importanti, ma a quale prezzo per l’ambiente? Dei circa 1.5 milioni di tonnellate di rifiuti fotovoltaici previsti dallo smaltimento, la parte di piombo e cromo non supererà le 10.000 tonnellate…un numero importante, ma niente a confronto ad esempio, alle tonnellate di batterie contenenti metalli pesanti quali piombo, cromo e mercurio!

Resta certamente un impegno importante nei confronti dell’ambiente, ed è per questo che negli ultimi anni si è lavorato molto soprattutto in materia di smaltimento. Il lavoro in questo senso non deve fermarsi perché la produzione di elettricità derivata dalle fonti rinnovabili è un dato sempre in crescita: in Italia riportiamo il primato, sopra alla media europea del, con il 17,4%. Noi di RiESCo speriamo che il nostro Paese si muova sempre di più in questa direzione, e siamo promotori del fotovoltaico come mezzo per produrre energia in maniera pulita, risparmiando e per renderci liberi dai costi inflazionistici, costantemente in crescita.

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