Energy manager: chi è e cosa fa

16 Dicembre 2021 | Efficienza Energetica

L’Energy manager ha il compito di gestire tutto ciò che riguarda l’energia. In alcune realtà tale funzione è particolarmente importante, per alcune è persino obbligatoria per legge.

Il risparmio energetico rappresenta una delle tematiche più importanti della nostra era, per questo si sente parlare spesso di efficienza energetica e di tutte quelle nuove figure professionali che gravitano attorno, come quell’energy manager.

Ma esattamente di cosa si tratta? Quali mansioni ricopre? Quali benefici può apportare ad azienda o ad una Pubblica Amministrazione? Quando è prevista per legge la nomina dell’energy manager? Per saperne di più continua la lettura di questo articolo fino alla fine.

Per saperne di più continua la lettura di questo articolo fino alla fine.

Energy manager, contesto e definizione

Come suggerisce il termine, l’energy manager, rappresenta una figura professionale incaricata di gestire l’energia, in particolare in termini di consumi.

Questo soggetto può operare per privati, oppure all’interno di aziende o di enti pubblici e le sue mansioni principali riguardano il monitoraggio dei consumi e l’individuazione di soluzioni per ottimizzare le risorse energetiche, anche attraverso interventi mirati di efficienza energetica.

Talvolta, nello svolgere tali mansioni, si avvale di report prodotti da sistemi di telegestione, telecontrollo e automazione. Ma oltre che preoccuparsi di ottimizzare la regolazione degli impianti e il loro utilizzo, ha il compito di indirizzare gli utenti che si avvalgono di tali strumenti energetici verso comportamenti congrui.

Questo aspetto può sembrare secondario, invece rappresenta una delle maggiori difficoltà del mestiere. Poiché l’energia coinvolge tutti i settori aziendali, dall’acquisto della materia prima all’impiego dei macchinari, occorre dialogare con molte funzioni aziendali: con chi si occupa della manutenzione dei sistemi, chi progetta gli edifici e gli impianti, chi scrive le specifiche delle gare, gli uffici legali, e così via.

Inoltre, l’energy manager spesso si fa carico degli acquisti di energia elettrica e altri vettori energetici, con la chiara finalità di ridurre i costi di acquisto.

A seconda delle realtà in cui viene impiegata, la figura di energy manager può ricoprire ruoli diversi.

In un’organizzazione complessa, l’energy manager, solitamente, ricopre la funzione di dirigente alla guida di un gruppo di tecnici, mentre nel caso di aziende ed enti di piccole dimensioni si limita a ricoprire la funzione di consulente esterno, occupandosi quindi della contabilità energetica e della predisposizione di studi di fattibilità ma interferire sulle procedure interne all’azienda.

Nell’ambito privato, quindi residenziale, può essere richiesto per redigere la certificazione energetica dell’immobile.

Possiamo affermare che la figura dell’energy manager è maggiormente diffusa nelle organizzazioni più strutturate, che pongono grande attenzione alle politiche energetiche aziendali. È importante sottolineare che, sebbene sia preferibile una figura dotata di competenze tecniche, nessuna legge impone l’obbligo di disporre di determinate qualifiche.

Molto spesso, infatti, la figura dell’energy manager viene ricoperta da un profilo manager di alto livello, supportato da tecnici specialistici.

Pertanto, ad oggi, manca un albo professionale dedicato alla figura del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia. La legge 10/1991 suggerisce, senza imporre nessun obbligo, i seguenti requisiti per qualificarsi come Energy Manager:

  • Diploma o Laurea in discipline tecnico-scientifiche;
  • Attestato di partecipazione a corsi effettuati ai fini dell’abilitazione della figura di energy manager.

Questi corsi formano il professionista con le competenze tecniche e teoriche necessarie, e possono essere in aula oppure online. Se accreditati, rilasciano un attestato utile a certificare le competenze acquisite.

Energy Manager: quali aziende devono averlo per legge

La figura dell’energy manager può rivelarsi dunque un aiuto importante, soprattutto nelle realtà produttive, dove l’energia gioca un ruolo sempre di più determinante in chiave di produttività e competitività.

Ci sono casi, però, in cui il coinvolgimento dell’energy manager viene imposto per legge.

Infatti, come previsto dalla già citata legge 10/1991, è obbligatorio avvalersi della figura dell’energy manager nelle realtà in cui vengono impiegate le seguenti Tonnellate Equivalenti di Petrolio-TEP:

  • 10.000 TEP per le imprese del settore industriale;
  • 1.000 TEP per i soggetti dei settori civile, trasporti e terziario.

Nota bene: 1 TEP equivale a 5347 kWh elettrici oppure 11628 kWh termici, quindi 1.000 TEP corrispondono a circa 5,3 milioni di kWhe o a 1,2 milioni di mc in usi finali.

L’energy manager nominato responsabile ai sensi dell’articolo 19 della legge 10/91 viene inserito nell’elenco curato e gestito dalla FIRE – Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia per incarico del Ministero dello sviluppo economico.

Energy manager ed ESCo: a chi affidarsi?

A questo punto dovrebbe esserti chiaro che tipo di figura professionale sia l’energy manager e quali funzioni svolge, veniamo dunque alleEnergy Service Company-ESCo.

Come normato dalla Commissione Europea questi soggetti offrono, attraverso uno specifico contratto di prestazione energetica dal nome EPC, servizi integrati che, a partire dalla diagnosi energetica, individuano i migliori interventi realizzabili al fine di migliorare le prestazioni energetiche dell’unità abitativa, lavorativa, produttività o di pubblico interesse che sia.

Le caratteristiche che differenziano le ESCo, come RiESCo, da ogni altro tipo di realtà sono la garanzia dei risultati sugli interventi effettuati ed il finanziamento tramite terzi, spesso con la totale assunzione di tutti i rischi, finanziari compresi.

Dunque, si tratta di società in grado di fornire tutti i servizi tecnici, commerciali e finanziari necessari per realizzare un intervento di efficienza energetica, assumendosi l’onere dell’investimento e il rischio di un mancato risparmio, a fronte della stipula di un contratto in cui siano stabiliti i propri utili.

Il servizio completo che è in grado di fornire una ESCo può rivelarsi particolarmente vantaggioso nelle realtà energivore che richiedono ingenti investimenti per poter efficientare i propri strumenti, oppure per le Pubbliche Amministrazioni, spesso sprovviste dei fondi finanziari per far fronte a tutte le esigenze della cittadinanza.

A differenza della figura dell’energy manager, le Energy Service Company, sono soggette alla certificazione della norma tecnica italiana UNI CEI 11352, pertanto offrono maggiori garanzie ai soggetti beneficiari.

Dunque, l’energy manager e la ESCo sono due tipi di figure molto diverse ma proprio per questo possono ottenere grandi risultati lavorando in squadra.

Mi spiego meglio: l’energy manager conosce bene gli strumenti e i dispostivi impiegati, nonché le abitudini energetiche che caratterizzano la struttura in questione, quindi è in grado di fornire un quadro completo e dettagliato alla ESCo incaricata della consulenza di efficienza energetica. Quest’ultima, grazie alle sue competenze altamente specialistiche, è in grado di predisporre un’analisi approfondita dei consumi da ottimizzare e le soluzioni mirate per raggiungere tale finalità.

Grazie a questa sinergia, dunque, possono raggiungere l’obiettivo comune e mantenere un dialogo utile a garantirsi grandi risultati nel tempo.

Se questo articolo ti è piaciuto commentalo o condividilo con chi credi possa ritenerlo di proprio interesse!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share This