Investimenti per l’efficienza energetica nel settore industriale: -20% nel 2020

30 Giugno 2021 | Efficienza Energetica

L’emergenza sanitaria ha segnato il settore industriale e i relativi investimenti per l’efficienza energetica, ma hanno contribuito altri fattori, uno su tutti la difficile situazione dei Certificati Bianchi.

Gli imprenditori più accorti sono pienamente coscienti del ruolo che ricopre oggi l’innovazione nei processi industriali, tuttavia investire in questo ambito può essere complesso, soprattutto dopo l’emergenza sanitaria COVID-19.

Infatti, con l’arrivo della pandemia, molte aziende hanno dovuto fare i conti con un forte calo della domanda finale, quindi si sono trovati costretti a ridurre la produzione o perfino a fermarla.

Così in questo clima di totale incertezza, anche coloro che fino a poco tempo prima stavano valutando degli interventi di efficientamento per la propria attività hanno preferito rimandare.

La conferma di questo trend negativo arriva dal report sullo stato attuale dell’efficienza energetica nel comparto industriale redatto dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, il quale segna un meno 20% di investimenti nel settore.

Questo interessantissimo report, oltre ad analizzare i numeri relativi agli investimenti in efficienza energetica nell’anno 2020, ha gettato luce su altri aspetti che potrebbero aver giocato un ruolo chiave, uno su tutti quello degli incentivi e, in particolare, quello dei Certificati Bianchi.

In questo report sono dunque racchiuse le ragioni più profonde di questa crisi, ma anche degli spunti di riflessione in grado, chissà, di riaccendere la fiducia tra gli investitori.

Per approfondire questi aspetti continua la lettura di questo articolo fino alla fine.

Investimenti per l’efficienza energetica nel settore industriale, i numeri del 2020

Gli investimenti in efficienza energetica realizzati nel comparto industriale nel 2020, in Italia, equivalgono a circa 2,1 mld €, di questi, oltre il 90% sono riferiti ad investimenti in tecnologie hardware, mentre circa l’8% riguarda le tecnologie software per il controllo ed il monitoraggio delle prestazioni dei cicli produttivi.

Gli investimenti in infrastrutture incidono in maniera molto relativa: pari solamente allo 0,1% del totale. Complessivamente, gli investimenti in efficienza energetica hanno registrato un andamento negativo del -19,6% rispetto al 2019.

Analizzando più nel dettaglio le aree d’investimento, scopriamo che quasi il 20% degli investimenti in soluzioni hardware sono riconducibili ad interventi sul processo produttivo, pari ad un volume di affari di 373 mln €. Seguono gli investimenti effettuati in impianti di cogenerazione ed in sistemi di combustione efficienti, i quali registrano rispettivamente quasi 350 mln € e quasi 300 mln € di investimenti, pari al 18% ed al 15% degli investimenti totali.

Gli investimenti nell’illuminazione hanno ricoperto un volume di affari di 240 mln € (12%), mentre i sistemi HVAC, motori elettrici, inverter e sistemi di aria compressa, rappresentano tra il 7% ed il 10% degli investimenti totali. A chiudere, gli investimenti in refrigerazione: circa il 2% del totale degli investimenti.

Investimenti in calo: tutta colpa del COVID-19?

Il suddetto report sottolinea che tale rallentamento era già in atto nel biennio 2018-2019, dopo la crescita del triennio 2015-2017 e dunque prima dell’emergenza sanitaria.

Risulta evidente che sì, la pandemia ha accelerato la decrescita degli investimenti in efficienza energetica, ma che l’inizio di tutto sia da ricondursi ad altro, più esattamente alla crisi dei Certificati Bianchi (lo strumento d’incentivazione più efficace per promuovere gli interventi di efficienza energetica in Italia).

Infatti, come sapranno molto bene gli addetti del settore, negli ultimi anni il meccanismo che regola i Titoli di Efficienza Energetica (Certificati Bianchi) è andato fuori controllo, passando dagli stazionari, fino al 2016, 100-150 €/TEE ai 300 €/TEE del 2017.

Con la modifica del Decreto Interministeriale 11 gennaio 2018, che riconosce un contributo tariffario di 260 €/TEE, compensato dal GSE, si è cercato di calmierare questa situazione per consentire il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico ai soggetti obbligati e aiutare, anche alle piccole aziende, a sostenere le spese legate all’efficientamento.

Nonostante l’introduzione di questa e altre misure, nel corso del tempo i vari Decreti relativi ai Certificati Bianchi e il loro rilancio, hanno prodotto risultati insufficienti.

Infatti, come abbiamo approfondito nell’articolo Certificati Bianchi prodotti nel 2020: il rapporto del GSE SpA, nel 2020 sono stati riconosciuti 1.720.903 TEE, circa 1.180.000 in meno rispetto allo scorso anno, pari a una riduzione del 41%.

Questi numeri sono il risultato delle truffe perpetrate ai danni del Gestore dei Servizi Energetici-GSE che hanno innescato a loro volta una condotta sempre da parte dello stesso gestore del meccanismo. Basti pensare che di tutti i procedimenti presentati nel 2020 per richiedere i Certificati Bianchi, il 90% si è concluso con un esito negativo in fase di valutazione.

Nessun incentivo “vanta” una percentuale di rigetto così alta.

Che ruolo avrà la nuova riforma dei Certificati Bianchi?

Come avevamo anticipato nell’articolo Nuovo DM Certificati Bianchi (TEE), le principali novità, il 31 maggio 2021 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la nuova riforma dei Certificati Bianchi.

Emerge una sensibile riduzione degli obiettivi, benché in linea agli indirizzi tracciati nel PNIEC in fase di aggiornamento, che distribuisce anche su altri incentivi le risorse destinate alla promozione dell’efficienza energetica.

Inoltre, viene confermato nuovo sistema di incentivazione dei risparmi mediante procedure di aste al ribasso che dovrà essere definito con decreto del Ministro della transizione ecologica; il provvedimento rivede anche il contributo tariffario da versare ai soggetti obbligati con la previsione di un livello massimo di 255 €/TEE ma anche di un valore minimo, così da favorire il finanziamento di nuovi progetti e mantenere il rispetto di criteri di efficienza nella definizione degli oneri e dei costi del sistema.

Purtroppo, è opinione diffusa tra gli addetti del settore, che queste novità siano insufficienti per riaccendere la fiducia di un tempo e di conseguenza, stimolare gli investitori a puntare sull’efficienza energetica per le proprie attività produttive.

Perché investire nell’efficienza energetica nel comparto industriale

Come detto, questa ulteriore misura ha disatteso le aspettative degli addetti del settore e potrebbe rappresentare un ulteriore rischio per il comparto industriale che dipende sempre più da un uso efficiente dell’energia per essere competitivi sul mercato.

Come sottolinea il report di riferimento, sebbene i Certificati Bianchi abbiano rappresentato fino ad ora lo strumento più efficace per promuovere tali interventi in Italia, attualmente sono presenti altre forme d’incentivazione che promettono persino di disintegrare gli effetti negativi del COVID entro il 2023.

Si tratta del Piano Nazionale di Ripresa in cui rientra anche il Piano Transizione 4.0 (da poco approvato dall’Unione Europea per promuovere alcune misure). Nel report si considera che senza i suddetti incentivi è ipotizzabile una lieve crescita degli investimenti nel 2021 pari a circa 2% rispetto al 2020, in linea con il trend verificatosi nel biennio pre-COVID 2018 – 2019. Per il biennio successivo invece, 2022 – 2023, ci si aspetta una crescita più sostenuta ma comunque limitata a circa 5%.

Con il Piano Nazionale di Ripresa, invece, è stimabile una crescita del 17%, per arrivare al 2023 a quasi 3 miliardi di € di investimenti.

Perché investire nell’efficienza energetica nel comparto industriale

I contributi economici a sostegno degli investimenti di efficienza energetica nel comparto industriale potrebbero essere ancora maggiori se affiancati da una misura risolutiva dei Certificati Bianchi, ma già con queste risorse a disposizione è possibile fare molto.

Individuando le giuste soluzioni di efficienza energetica per ottimizzare i processi produttivi e per monitorare la riduzione dei consumi aziendali, con il supporto del giusto mix d’incentivi, l’imprenditore può edificare un modello di industria innovativa e sostenibile (per le proprie tasche e per l’ambiente).

RiESCo ci crede fortemente, per questo guida le Pubbliche Amministrazioni e le imprese verso un uso efficiente ed efficace dell’energia, così da restare competitive nel medio lungo-periodo, con tutte le ricadute positive che ne possono derivare.

Noi continuiamo a credere nei Certificati Bianchi e a realizzare progetti tramite questi, con il 100% di esiti positivi delle pratiche. Per questo continueremo a tenere aggiornati i nostri lettori su tutte le novità relative ai Titoli di Efficienza Energetica (TEE).

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