Nuovo DM Certificati Bianchi (TEE), le principali novità

28 Maggio 2021 | Incentivi

Le indiscrezioni che trapelando dalla bozza del nuovo DM dei Certificati Bianchi parlano di novità sugli obblighi quantitativi di risparmio energetico e sulle misure di semplificazione, ma entrambe i provvedimenti sembrano al di sotto delle aspettative, vediamo perché

Operi nel settore dell’efficienza energetica e sei in attesa di segnali concreti di ripartenza dei Certificati Bianchi?

Ti capisco bene, i Titoli di Efficienza Energetica (TEE) hanno dimostrato negli anni di essere lo strumento più efficace e sostenibile, anche in termini di costi, per promuovere gli interventi di efficienza energetica in moltissimi settori.

Il meccanismo deve tornare a brillare come un tempo, per questo occorrono aggiornamenti e azioni di potenziamento in grado di riaccendere la fiducia tra gli operatori del settore, e perché no, stimolare nuovi investitori.

Queste migliorie potrebbero essere un miraggio oppure realtà… Leggi l’articolo fino alla fine per scoprire cosa contiene la bozza del nuovo DM dei Certificati Bianchi (TEE) e quali scenari futuri dobbiamo aspettarci.

Cosa prevede la bozza del nuovo DM Certificati Bianchi (TEE)

La bozza del nuovo DM Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica -TEE) ha, essenzialmente, due finalità: definire nuovi obblighi quantitativi nazionali annui di risparmio energetico e inquadrare nuovi aggiornamenti e semplificazioni per l’accesso alla misura.

Per quanto riguarda il primo punto, l’Art. 4, comma 1, fissa gli obiettivi quantitativi nazionali annui di risparmio energetico da conseguire nel periodo 2017-2020 attraverso il meccanismo dei Certificati Bianchi sono a 5,08 milioni di TEP di energia primaria nel 2020.

Come definito nel Piano nazionale per l’energia e il clima e relazione ad esso allegata sull’applicazione dell’articolo 7 della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, i distributori di energia elettrica che, alla data del 31 dicembre di due anni antecedenti all’anno d’obbligo considerato, hanno più di 50.000 clienti finali connessi alla propria rete di distribuzione, devono conseguire una riduzione dei consumi di energia primaria pari a:

  • 0,45 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2021;
  • 0,72 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2022;
  • 0,97 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2023;
  • 0,98 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2024.

Mentre, le misure e gli interventi che consentono ai soggetti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera b) di adempiere agli obblighi quantitativi nazionali annui di incremento dell’efficienza energetica degli usi finali di gas naturale nel periodo 2021-2024, devono realizzare una riduzione dei consumi di energia primaria pari a:

  • 0,55 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2021;
  • 0,89 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2022;
  • 1,20 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2023;
  • 1,22 milioni di Certificati Bianchi, da conseguire nell’anno 2024.

Per quanto riguarda le altre novità volte alla semplificazione della norma spicca il tema delle aste, in parallelo al mercato tradizione. Attraverso questo meccanismo i soggetti titolari potrebbero beneficiare di un prezzo fisso riconosciuto ad ogni TEP risparmiato dai propri progetti, per tutta la loro vita utile.

Nella nuova bozza i metodi di valutazione dei progetti restano invariati ma viene introdotta la possibilità di presentare comunicazioni preliminari o Richieste di Valutazione Preliminare (RVP) prima della presentazione dei Progetti a Consuntivo, al fine di agevolare il processo di istruttoria del GSE. Inoltre, appare ampliata la tabella dei progetti ammessi con metodo a consuntivo.

Inoltre, possono godere di una riduzione sul costo di istruttoria al GSE tutti gli interventi realizzate a seguito di una diagnosi energetica e beneficeranno di un incremento del numero di TEE.

Restano, però, i Titoli di Efficienza Energetica (TEE) virtuali, il cui valore massimo è ancora in corso di definizione.

Si evince poi la possibilità di assistere ad ulteriori disposizioni come l’introduzione di progetti integrati, cioè costituiti da interventi realizzati da un unico soggetto titolare e riferiti all’intero edificio o parte di esso, linea produttiva o parte di essa, mezzo di trasporto, ecc, in grado di “riabilitare” interventi esclusi dal meccanismo, ma ammissibili se realizzati nell’ambito, appunto, di progetti integrati.

Si parla inoltre, della possibilità di cumulare i Certificati Bianchi con altre agevolazioni come il Credito d’Imposta e dell’avvio di un servizio di assistenza da parte del GSE per aiutare le aziende nella fase di predisposizione dei progetti.

Le reazioni degli addetti del settore

Ora che abbiamo visto le principali novità della bozza del nuovo DM possiamo interrogarci sui concreti effetti che queste avranno sul meccanismo dei Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica – TEE).

Partiamo dagli obblighi quantitativi di risparmio energetico previsti.

La sensibile riduzione dell’obiettivo dei Certificati Bianchi per l’anno 2020, da 11,9 milioni di TEP previsti inizialmente a 5,08, rappresenta una prima sconfitta che potrebbe sfiduciare ulteriormente gli operatori del settore.

Per quanto riguarda la possibilità di godere di un sistema a base d’aste,di cui si ignorano le modalità, confonde ancora di più le acque e rimanda ad un ulteriore decreto dedicato da emanare entro il 31 dicembre 2021.

E poi resta la questione dei TEE virtuali, i quali, oltre a falsare ulteriormente il meccanismo rischiano di creare una sovra remunerazione per i soggetti obbligati là dove i prezzi di mercato dovessero scendere.

Per arginare tali criticità il Coordinamento delle Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica-FREE ha avanzato le seguenti proposte:

• l’innalzamento dell’obbligo al 2023;

• la reintroduzione delle schede standard e senza misure (per dare maggiore elasticità alla domanda ed evitare il rischio di truffe);

• il supporto alle imprese energivore che realizzano gli interventi di efficienza previsti dalle diagnosi energetiche;

• l‘abbattimento dei TEE virtuali.

Secondo FREE il rilancio del meccanismo e la definizione di nuove regole saranno essenziali per contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNIEC per il 2030, anche alla luce del recente accordo raggiunto tra Commissione europea e Consiglio Ue che ha confermato l’impegno di ridurre al 2030 almeno il 55% delle emissioni, rispetto ai livelli del 1990.

Altrettante perplessità sono state alzate dal mondo dell’industria meccanica per via della riduzione degli obiettivi di risparmio energetico e per la potenziale minaccia per la filiera nazionale di produttori di componenti e impianti, poiché con l’attuale formulazione si riducono drasticamente futuri investimenti in efficienza energetica del settore industriale, minandone la competitività.

Altrettanto severa è la posizione della Federazione Italiana per l’uso razionale dell’Energia-FIRE la quale, a tal proposito, ha redatto e inviato alla X Commissione del Senato, un documento in 15 punti per contribuire all’aggiornamento della normativa in maniera più efficace.

Certificati Bianchi, quali sono gli scenari futuri?

Stando a queste indiscrezioni, la bozza del nuovo Dm sui Certificati bianchi suscita forti preoccupazioni perché potrebbe profilarsi un decremento dei volumi di mercato del 75%, passando dagli attuali 2 miliardi di euro a circa 500 milioni (o 150?) e questo andamento finirebbe col delineare, con molte probabilità, la definitiva morte della filiera.

Questo potrebbe rappresentare un duplice problema: economico per le imprese operanti nel settore, ma anche ambientale, per via della diminuzione degli interventi di efficienza energetica e conseguentemente per gli ambiziosi obiettivi promossi dal Green Deal Europeo.

Basti pensare che, come si evince dal report annuale MISE 2020 sulla cogenerazione ad alto rendimento, ha permesso nel 2018 risparmi per 1.526.017 TEP.

Ricordiamoci poi che L’Italia si pone di raggiungere l’obiettivo al 2030 di ridurre i consumi di energia primaria del 43% ed una diminuzione complessiva dei gas effetto serra del 56% rispetto ai livelli del 1990. Il Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC), anch’esso in revisione per adeguarsi ai nuovi ambiziosi scenari energetici, necessita di strumenti attivi come i Certificati Bianchi appunto.

RiESCo crede fortemente nell’importanza dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) perché in questi riconosce il significato più profondo della promozione degli interventi di efficienza energetica.

Diversamente dalle altre forme d’incentivazione che riconoscono un contributo a fondo perduto per il tipo d’intervento sostenuto, il meccanismo dei TEE certifica l’effettivo risparmio energetico ottenuto attraverso il monitoraggio dei consumi, quindi premia il sostenitore dell’intervento attraverso un corrispettivo economico.

È la più virtuosa e vantaggiosa forma di certificazione di risparmio energetico e spinge le imprese italiane a restare competitive nel medio lungo-periodo, con tutte le ricadute positive che ne possono derivare.

A causa delle truffe perpretate ai danni dello Stato e alle conseguenti, ma troppo restrittive, misure di controllo del meccanismo, i Certificati Bianchi vivono un evidente momento di fragilità; eppure, restano lo strumento più valido per realizzare interventi di efficienza energetica, soprattutto ora, dove è fondamentale accollare la ripresa del mercato dopo la gravissima emergenza sanitaria Covid-19.

Noi continuiamo a credere nei Certificati Bianchi e a realizzare progetti tramite questi, con il 100% di esiti positivi delle pratiche. Per questo continueremo a tenere aggiornati i nostri lettori su tutte le novità relative ai Titoli di Efficienza Energetica (TEE).

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