Aziende energivore, come ridurre gli sprechi?

25 Novembre 2021 | Efficienza Energetica

Quale contributo può apportare l’efficienza energetica alle imprese energivore? In che modo è possibile realizzare gli interventi con brevi tempi di ritorno dell’investimento?

Nelle aziende energivore i consumi possono essere molteplici: elettrici (illuminazione, refrigerazione, lavorazione e trasformazione dei prodotti), termici (riscaldamento e/o raffrescamento degli ambienti, produzione di acqua calda sanitaria), a seconda del settore, persino di natura combustile (ad esempio in agricoltura) e la maggior parte di questi consumi vengono soddisfatti dai combustibili fossili.

Chi gestisce un’azienda conosce bene il peso che questi consumi hanno sul proprio bilancio ma pochi sono pienamente coscienti della forte correlazione tra contenimento dei consumi e competitività dell’impresa.

Colpa di una campagna di comunicazione molto attiva sul fronte residenziale, molto meno su quello terziario e industriale. Il che rappresenta un enorme paradosso poiché la gran parte dei consumi energetici, responsabili, tra l’altro, dei dannosi effetti sull’ambiente, arriva proprio dal settore aziendale.

Per questo ho deciso di scrivere questo articolo: per aiutare gli imprenditori ad acquisire maggiore consapevolezza in merito al contributo che l‘efficienza energetica può apportare sui risparmi, sulle performance e sulla competitività.

Inoltre, approfondiremo un aspetto chiave, troppo spesso sottovalutato, quello degli incentivi dedicati agli interventi di efficienza energetica nelle aziende. Dunque, se questi argomenti sembrano fare al caso tuo, mettiti comodo e continua la lettura di questo articolo fino alla fine.

Efficienza energetica nelle aziende italiane, quale contributo può apportare?

Quando parliamo di efficienza energetica parliamo di un rapporto che esprime la capacità di un determinato sistema di produrre un risultato in relazione all’energia impiegata per ottenerlo.

Minore è l’energia impiegata per ottenere tale risultato, maggiore è il livello di efficienza.

Concetto comune, in un certo senso, all’idea di business: ottenere di più impiegando meno risorse.

Anche per questo, oggi, gli imprenditori nel valutare gli interventi di lungo periodo analizzano, oltre ai dati finanziari, l’impatto che le misure di efficientamento energetico potrebbero avere sulla produttività e quindi sulla competitività.

Infatti, come riportato dallo studio redatto dalla Ricerca sul Sistema Energetico – RSE (società per azioni italiana controllata dal GSE S.p.A.), l’aumento di un punto percentuale del costo dell’energia può determinare una riduzione di circa 1,6% della competitività di export.

In questa ottica risulta evidente il contributo che l’efficienza energetica può apportare sui risparmi, ma altrettanto significativi sono gli effetti sulla gestione aziendale: monitorare i consumi consente di supervisionare i processi aziendali, quindi avere più controllo di essi.

Inoltre, consente di prevenire i guasti degli strumenti energetici, con ricadute positive sull’affidabilità e sui costi di manutenzione.

Un ulteriore vantaggio dell’efficienza energetica nelle aziende energivore è rappresentato dalla riduzione dei consumi di energia primaria e finale, quindi delle emissioni di C02 nell’atmosfera.

Diagnosi energetica per le aziende, a che cosa serve?

Il primo passo per fare efficienza energetica nelle aziende è la diagnosi energetica o audit energetico, ovvero “procedura sistematica finalizzata ad ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi ‐ benefici e a riferire in merito ai risultati” (Dlgs 141/2016, di integrazione del Dlgs 102/2014, all’art .2 lettera b‐bis).

Come abbiamo approfondito all’interno dell’articolo Diagnosi energetica per aziende: obbligo o opportunità, le finalità dell’audit energetico sono: definire il bilancio energetico dell’edificio, individuare gli interventi di riqualificazione tecnologica, valutare per ciascun intervento le opportunità tecniche ed economiche, migliorare le condizioni di comfort e di sicurezza e ridurre le spese di gestione.

Per fare ciò è necessario che raccolga al suo interno:

  • Le indicazioni sulla modalità di raccolta dei dati;
  • L’Analisi completa del sito descrivendo il processo produttivo, l’organizzazione delle attività lavorative e le modalità di rilevamento dei consumi dei vari vettori energetici per definire i centri di costo tipici della struttura in esame;
  • La descrizione energetica dei sistemi esistenti (tipologia di utenze, modalità di funzionamento, consumi energetici annui);
  • La realizzazione del Modello Energetico per ciascun vettore;
  • L’analisi dei consumi energetici (fabbisogno specifico dei vari vettori energetici);
  • L’analisi dei fattori di ottimizzazione;
  • La definizione dei KPI (Key Performance Indicator) o Benchmark;
  • Il calcolo degli indici di prestazione energetica e confronto con i KPI;
  • L’opportunità di Miglioramento;
  • Le conclusioni con ranking delle opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica.

Questa esaustiva raccolta di informazioni trasmette a pieno quanto sia approfondita l’analisi in questione e quante competenze specialistiche occorrono per redigerla.

Come ridurre i consumi delle aziende energivore?

Come descritto sopra, il punto di partenza per ridurre i consumi delle aziende energivore è la diagnosi energetica.

Con questo formidabile strumento alla mano, è possibile individuare gli sprechi o eventuali anomalie che limitano le performance degli strumenti energetici, così da valutare le soluzioni di efficientamento più efficaci in base alla richiesta e al consumo di energia.

Le soluzioni di efficientamento maggiormente impiegate in ambito aziendale sono:

  • Illuminazione LED, per la sostituzione delle lampade tradizionali o per l’installazione di nuove;
  • Impianto Fotovoltaico, per la produzione di energia elettrica attraverso l’energia solare;
  • Impianto di Cogenerazione, col quale produrre energia elettrica e energia termica attraverso un unico impianto;
  • Efficientamento impianti di refrigerazione, per ridurre i consumi e aumentare le performance rispetto all’impianto precedente;
  • Impianto a Pompa di calore, per climatizzare e all’occorrenza produrre acqua calda sanitaria, da fonti rinnovabili
  • Impianto solare termico, per la produzione di acqua calda sanitaria da fonti rinnovabili;
  • Sistemi di monitoraggio dei consumi, per gestire da remoto l’andamento dei consumi, quindi eventuali interventi;
  • Caldaie a condensazione, per ridurre il consumo di energia primaria.

Gli incentivi a sostegno dell’efficienza energetica nelle aziende

Tali soluzioni, fondamentali per ridurre l’intensità energetica nei singoli settori energivori, richiedono investimenti importanti, talvolta insostenibili.

In molti casi, infatti, i tempi di ritorno dell’investimento possono risultare eccessivi, tali da esporre l’imprenditore al rischio finanziario.

Per questo è essenziale ricordare la presenza dei molteplici incentivi dedicati agli interventi di efficienza energetica:

Solo combinando insieme le giuste soluzioni tecnologiche e i relativi incentivi è possibile massimizzare le prestazioni, i risparmi e quindi i tempi di ritorno dell’investimento.

RiESCo crede fortemente nel modello di industria innovativa e sostenibile (per le proprie tasche e per l’ambiente), per questo guida le imprese verso un uso efficiente ed efficace dell’energia, così da restare competitive nel medio lungo-periodo, con tutte le ricadute positive che ne possono derivare.

Per questo realizziamo e finanziamo, totalmente o solo in parte, progetti di efficienza energetica supportati dagli incentivi dedicati, di cui possiamo vantare il 100% di esiti positivi delle pratiche.

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