Sostituzione caldaia, gli aspetti da valutare

17 Febbraio 2022 | Efficienza Energetica

Le tecnologie applicate, prezzi sul mercato, consumi, incentivi, e molti altri aspetti meno conosciuti che potrebbero fare la differenza sull’acquisto della tua nuova caldaia.

Le stangate in bolletta hanno innescato nei contribuenti, oltre ad un diffuso malumore, forti reazioni: c’è chi ha deciso di limitare drasticamente i propri consumi (rinunciando a confort e prestazioni) e chi ha iniziato a valutare delle soluzioni di efficienza energetica.

Anche tu stai pensando di efficientare i tuoi vecchi impianti energetici a partire dalla caldaia?

Beh, potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata sotto molti aspetti: le odierne tecnologie garantiscono consumi minori rispetto alle vecchie e tradizionali caldaie e poi, i prezzi sul mercato sono decisamente sostenibili. Inoltre, grazie agli incentivi previsti, l’acquisto oggi potrebbe risultare più conveniente che mai.

Ma l’installatore di fiducia saprà consigliarti l’impianto migliore per le tu esigenze? Quali sono gli incentivi più convenienti e come fare per approfittarne?

È naturale porsi domande di questo tipo, infondo la sostituzione della caldaia è uno degli interventi più incisivi che possiamo realizzare nelle nostre case e una volta fatto ci aspettiamo di aver risolto il problema almeno per i prossimi 10-15 anni.

Per questo ho pensato di redigere una breve guida per aiutare chi come te vuole efficientare il proprio impianto ad intraprendere la scelta più conveniente per le proprie esigenze.

Dunque, se vuoi installare una nuova caldaia ti consiglio di leggere questo articolo fino alla fine, così da acquisire maggiore consapevolezza prima di all’acquisto.

Mettiti comodo e buona lettura!

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Quali tipologie di caldaie ci sono?

Il mercato oggi offre un’ampia varietà di caldaie, distinguibili per fonti energetiche utilizzate, potenza, tecnologia di scambio ecc.

Volendole riassumere, le caldaie possono essere:

  • a combustione (tradizionali)
  • a condensazione
  • a biomassa
  • ibride a pompa di calore
  • elettriche

Le prime sono le più diffuse, e sono così chiamate perché producono energia grazie alla combustione del gas, che può essere GPL, metano o gasolio.

Le caldaie tradizionali, sul piano dell’efficienza energetica, oggi sono ampiamente superate perché disperdono il vapore acqueo generato dal processo di combustione, il quale ricopre ben l’11% dell’energia liberata nel processo. Motivo per cui sono state bandite dal mercato italiano con direttiva Europea 2005/32/CE.

Oggi è praticamente impossibile trovarle, eccezione fatta per un particolare tipo di caldaia a combustione appositamente progettata per sostituire gli impianti dotati di canna fumaria incapace di supportare i fumi acidi.

La caldaia a condensazione invece, di cui puoi approfondire tutti i dettagli in questa guida, è in grado di recuperare il calore latente disperso nei fiumi per poi trasformarlo in energia, sfruttando così tutte le potenzialità del sistema. Questa funzione garantisce da un lato una maggiore resa (in termini energetici ed economici), ma anche più sicurezza.

Per quanto riguarda le caldaie a biomassa, sia legna, pellet o derivati da altri scarti alimentari o agricoli, sono ritenute economicamente convenienti per via della materia prima utilizzata poiché questa ricresce a ritmo doppio rispetto al suo utilizzo, inoltre hanno un elevato potere calorico e un ottimo rendimento.

Vengono scelte soprattutto per la facilità di funzionamento, per i tempi rapidi di accensione, per la facilità di manutenzione, per la sicurezza e per l’atmosfera unica che possono generare.

Per quanto concerne le caldaie ibride a pompa di calore, queste rappresentano il top di gamma in termini di efficienza energetica: consentono di riscaldare gli ambienti e produrre acqua calda sanitaria, garantiscono un risparmio energetico del 75%. Questo è possibile perché l’impianto è dotato di due generatori di calore: la pompa di calore ricava energia dall’ambiente e lo rilascia sotto forma di riscaldamento, mentre la combustione del metano o gpl, compensa la parte di produzione la mancante.

Si pensi infatti che la pompa di calore produce 3-4 kWh termici per 1kWh elettrico impiegato.

Questo tipo di sistema, oltre ad essere più sostenibile dal punto di vista ambientale, si rivela particolarmente vantaggioso se abbinato ad un impianto fotovoltaico, col quale autoprodurre l’energia necessaria per la pompa di calore.

Poi ci sono e caldaie elettriche, le quali hanno un funzionamento piuttosto semplice: anziché scaldare l’acqua attraverso un processo di combustione, rilasciando così fumi di scarico, soddisfano tale funzione attraverso una resistenza elettrica.

Anch’essa può rivelarsi una scelta particolarmente azzeccata se abbinata all’installazione di un impianto fotovoltaico, meno se occorre prelevare l’energia unicamente dalla rete (visto che il costo dell’energia elettrica è notevolmente più alto del costo del gas).

Un ulteriore vantaggio della caldaia elettrica è rappresentato dalla facilità di installazione e utilizzo: può essere montata senza che vi siano necessariamente tubi o condotti di scarico.

Gli incentivi previsti

Come sappiamo, nel valutare l’acquisto di un prodotto, il prezzo è una componente importante, spesso determinante.

Per questo, avere un quadro completo dei principali bonus previsti, potrebbe essere molto più importante di qualsiasi altra informazione tecnica sulle tipologie d’impianto. Guardiamo dunque, quali sono i bonus fiscali previsti e in quale misura incentivano la sostituzione della caldaia.

L’ammodernamento della vecchia caldaia tradizionale con una a condensazione è incentivato attraverso da tre forme di bonus fiscali (per approfondire l’impianto e tutti gli incentivi previsti leggi l’apposita guida): Ecobonus 50%, Ecobonus 65% e Superbonus 110%.

Viene incentivata al 50% nel caso in cui la caldaia appartenga alla classe energetica A ma sia sprovvista di termostato evoluto e valvole termostatiche, se presenti, invece, l’aliquota sale al 65%.

Possono accedere all’Ecobonus tutte le persone fisiche che intendono sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione, ma sono escluse quindi le nuove installazioni.

Questo tipo d’impianto viene promosso con il Superbonus 110% in caso di sostituzione (no nuova installazione) in una singola unità immobiliare o centralizzato in condominio, ma solitamente, questo solo tipo d’intervento è insufficiente per raggiugere il salto delle due classi energetiche, requisito essenziale per fruire dell’agevolazione fiscale.

Quindi per accedere l’aliquota del 110% è necessario abbinare l’installazione della caldaia a condensazione di classe energetica A ad un altro intervento previsto dal Superbonus 110%, trainante o trainato.

Come abbiamo approfondito nell’articolo dedicato alla Sostituzione della caldaia con lo sconto in fattura, i suddetti benefici fiscali (Ecobonus 50% e 65%, Superbonus 110%) possono essere goduti attraverso la canonica detrazione fiscale ma anche approfittando dello sconto in fattura, col quale è possibile scontare, appunto, il costo dell’intervento di un importo pari all’aliquota agevolata.

Con le stesse modalità, il Superbonus 110% incentiva anche l’installazione della caldaia ibrida a pompa di calore. Impianto che viene incentivato anche attraverso l’Ecobonus 65%, poiché questo bonus è dedicato proprio agli interventi di efficienza energetica.

Inoltre, questo tipo d’impianto viene incentivato da un bonus sconosciuto ai più: il Conto Termico 2.0.

Il Conto Termico per l’impianto ibrido, che puoi approfondire nella guida appositamente redatta, ripaga il 65% della spesa sostenuta, tramite bonifico al beneficiario e in tempi piuttosto rapidi: all’incirca in due mesi se avviene tramite unica rata di 5.000, mentre per importi maggiori viene erogato in rate costanti annuali per un periodo che va dai due ai cinque anni.

La richiesta deve essere fatta sul portale dedicato e sempre solo per sostituzione di impianti, mai per il nuovo.

Il Conto Termico 2.0, incentiva con le stesse modalità, anche la sostituzione della vecchia caldaia con un impianto a biomassa. Questo impianto viene inoltre incentivato dall’Ecobonus al 50%,godibile attraverso la detrazione fiscale in 10 anni oppure tramite lo sconto in fattura.

Per quanto riguarda le caldaie elettriche, queste sono escluse da ogni forma d’incentivazione. Tutta al più, è possibile beneficiarne dell’Ecobonus 65% se si sceglie di abbinare all’impianto, la fornitura di pannelli fotovoltaici o solari.

Quindi, quale caldaia scegliere?

Esiste un impianto ottimale per tutti gli utenti? No, ogni immobile ha delle caratteristiche diverse e gli stessi usi variano in base alle esigenze dell’utente.

Certamente rispetto alle vecchie caldaie a combustione, ogni impianto tra quelli elencati sopra è in grado di assicurare maggior comfort e più risparmi, ma per massimizzare le prestazioni occorre riflettere su altri variabili, una su tutte il tipo di terminale impiegato per distribuire il calore (radiatori, ventilconvettori pavimento radiante).

I radiatori sono i sistemi più impiegati nelle case degli italiani e molto spesso restano installati anche dopo aver sostituito la vecchia caldaia con una a condensazione, con la falsa promessa, da parte di certi fornitori, che con questa soluzione il nuovo impianto di riscaldamento sarà comunque in grado di offrire un rendimento energetico intorno al 105%.

Perché si tratta di una falsa promessa?

I fumi di combustione condensano intorno ai 45° ma i radiatori ottengono il massimo rendimento agli 80° circa. In realtà quindi, il rendimento della caldaia a condensazione abbinata ai radiatori è del 98%.

Un ottimo risultato rispetto alla caldaia tradizionale ma optando per altre soluzioni è davvero possibile massimizzare il risparmio energetico e il comfort.

La pompa di calore porta la temperatura dell’acqua a massimo 60° quindi è inefficace se abbinata ai radiatori, al contrario se unita ai ventilconvettori che richiedono temperature basse, 45°-55°, oppure ancora al pavimento radiante che soddisfa il suo bisogno con soli 30°, è garantito un rendimento pari al 105%.

Inoltre, questa scelta conferisce altri vantaggi oltre a quelli strettamente economici: i classici radiatori fanno circolare aria piena di polveri e compositi volatili organici, oltre al fatto che l’aria calda che si forma subisce delle stratificazioni che spesso comportano la necessità di deumidificare. Il tutto a fronte di un notevole spreco di combustile fossile.

Con il ventilconvettore o il pavimento radiante, questi disagi spariscono: il primo permette un costante flusso di aria forzata dal ventilatore e il secondo scalda per irraggiamento, anziché per convenzione come i radiatori, garantendo così una temperatura costante e abbattimento delle polveri, acari e muffe.

Chiaramente, come per le caldaie elettriche, questi sistemi possono rivelarsi una scelta particolarmente conveniente se abbinata all’installazione di un impianto fotovoltaico, visto che il costo dell’energia elettrica è notevolmente più alto del costo del gas.

Per chiudere, una piccola considerazione in merito agli incentivi.

Abbiamo visto che i bonus fiscali coprono fino al 65% delle spese (in particolari casi fino al 110%), quindi se siamo orientati all’acquisto di un prodotto di fascia economica, l’incentivo potrebbe ridurre fortemente l’investimento necessario. Ma questa scelta sarà davvero la più conveniente?

Considerato che il bonus è ora e che difficilmente sarà altrettanto vantaggioso in futuro, conviene sfruttarlo al massimo per portarsi a casa un impianto top di gamma, corredato di tutti gli accessori possibili, in grado così di offrire massime prestazioni per i prossimi 10-15 anni.

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