Solare termico per ACS e riscaldamento: guida alla scelta dell’impianto efficiente
17 Giugno 2025 | Efficienza Energetica
Guida pratica al solare termico per acqua calda sanitaria e riscaldamento: vantaggi, integrazioni, incentivi e consigli per scegliere l’impianto giusto in vista dell’inverno.
Solare termico per ACS e riscaldamento: perché pensarci proprio in estate?
Può sembrare strano parlare di solare termico per l’acqua calda sanitaria e il riscaldamento mentre ci prepariamo ad affrontare giornate torride e vacanze estive. Eppure, è proprio questo il momento ideale per pianificare interventi intelligenti sulla propria abitazione.
L’estate, infatti, offre il tempo e la tranquillità per riflettere su quegli interventi che, con l’arrivo dell’inverno, diventano improvvisamente urgenti.
Le spese per il riscaldamento e la produzione di acqua calda, rappresentano una delle voci più pesanti nei bilanci familiari durante i mesi freddi. E con i costi del gas in continua crescita, sempre più proprietari di casa -soprattutto chi vive in edifici indipendenti e magari particolarmente energivori- stanno valutando soluzioni alternative.
Il solare termico emerge come una delle opzioni più convenienti, sostenibili e lungimiranti per chi vuole ridurre i consumi e rendersi più indipendente dalle fonti fossili.
Inoltre, con gli incentivi statali una buona parte della spesa viene restituita, riducendo così i tempi di ritorno dell’investimento.
Se questa soluzione ti sembra interessante e vuoi saperne di più per il tuo caso specifico, mettiti comodo e buona lettura.
Indice
Differenze con caldaie tradizionali
Per quanto concerne le differenze di funzionamento tra il solare termico e le caldaie tradizionali, possiamo riassumere che quest’ultime, siano esse a gas o a gasolio, generano calore mediante combustione e lo trasferiscono all’acqua per l’uso sanitario o per l’impianto di riscaldamento. Si tratta di sistemi molto diffusi, ma fortemente dipendenti da combustibili fossili e con impatti significativi in termini di emissioni di CO₂.
Per questo motivo, le politiche energetiche italiane ed europee stanno progressivamente disincentivando il loro utilizzo, privilegiando tecnologie più sostenibili attraverso bonus, detrazioni e programmi di incentivazione orientati alla transizione ecologica.
Al contrario, il solare termico sfrutta l’energia solare per riscaldare un fluido termovettore (di solito una miscela acqua-glicole) che circola in collettori solari. Il calore raccolto viene poi trasferito a un accumulatore per l’uso sanitario e/o per alimentare l’impianto di riscaldamento.
L’efficienza di una caldaia tradizionale si aggira intorno all’85-95% per i modelli a condensazione (tuttavia, questa efficienza implica l’uso costante di combustibile).
Il solare termico, pur avendo un’efficienza stagionale variabile in base all’insolazione e alla latitudine, ha un impatto ambientale quasi nullo durante l’operatività.
Nei mesi estivi, un impianto solare termico ben dimensionato può coprire la quasi totalità del fabbisogno di ACS, mentre in inverno può essere integrato da sistemi ausiliari.
Per quanto concerne i costi di manutenzione e la durata dell’impianto, le caldaie a condensazione richiedono una manutenzione obbligatoria annuale secondo il D.P.R. 74/2013, che include controllo dei fumi, verifica della combustione, pulizia dello scambiatore e aggiornamento del libretto d’impianto. In media, i costi si aggirano tra i 90 e i 150 € all’anno, a cui si possono aggiungere interventi straordinari per guasti o sostituzioni di componenti (ventilatori, valvole, pompe).
Gli impianti solari termici, invece, richiedono una manutenzione meno frequente e meno onerosa. Si consiglia un controllo completo ogni 2–3 anni, che comprende la verifica del fluido termovettore (che può degradarsi nel tempo), dei collettori, del circuito idraulico e dell’isolamento. Il costo medio di questi controlli è intorno ai 100–150 € ogni 3 anni. Alcuni modelli richiedono il reintegro del fluido antigelo ogni 4–6 anni, con un costo contenuto.
Mediamente le caldaie a condensazione hanno una vita utile media intorno ai 12–15 anni (se rispettati i cicli di manutenzione previsti).
Il solare termico si distingue per una maggiore longevità. I collettori solari hanno una durata media di 20–25 anni, mentre il bollitore e le parti meccaniche possono superare i 15 anni se ben mantenuti. La semplicità del sistema (assenza di combustione, minor numero di componenti in movimento) si traduce in minor usura complessiva.
Voce | Caldaia a condensazione | Solare termico |
Manutenzione annuale | Obbligatoria, 90–150 €/anno | Consigliata ogni 2–3 anni, 100–150 € |
Interventi straordinari | Possibili e costosi (valvole, pompe) | Rari (reintegro fluido, controllo sonde) |
Durata media | 12–15 anni | 20–25 anni (collettori) |
Rendimento | 90–105% PCI | 40–75% secondo l’irradianza disponibile |
In definitiva, sebbene il costo iniziale di un impianto solare termico sia superiore rispetto a una caldaia, i minori costi di gestione e la maggiore durata ne fanno una scelta economicamente vantaggiosa nel lungo periodo, soprattutto se supportata da incentivi.
Inoltre, l’assenza di combustione interna e l’uso di una fonte rinnovabile rendono il solare termico una soluzione più sostenibile e stabile nel tempo.
Integrazione con sistemi solari termici
I sistemi solari termici possono essere progettati in due modalità:
- Solo ACS: coprono esclusivamente il fabbisogno di acqua calda sanitaria.
- ACS + riscaldamento: impianti più complessi che, oltre all’acqua sanitaria, supportano il riscaldamento degli ambienti, specie se a bassa temperatura (es. pavimento radiante).
L’integrazione con l’impianto di riscaldamento è più vantaggiosa in abitazioni ben isolate e con sistemi a bassa temperatura, dove la temperatura richiesta è inferiore ai 40-45 °C. Qui il contributo solare può essere significativo anche nei mesi invernali.
Un’opzione sempre più diffusa è l’integrazione del solare termico con pompe di calore, in sistemi detti ibridi. In questi impianti:
- L’impianto solate termico fornisce calore gratuitamente;
- La pompa di calore entra in funzione solo quando l’energia solare è insufficiente;
- Un accumulo ben dimensionato consente di ottimizzare entrambe le fonti.
Questo approccio consente elevate efficienze globali, abbattendo quasi completamente l’uso di combustibili fossili.
Inoltre, un buon impianto solare termico può includere:
- La centralina di regolazione per controllare le pompe, monitorare le temperature e gestire l’integrazione con fonti ausiliarie;
- L’Accumulatore termico, ovvero un serbatoio coibentato che conserva l’acqua calda anche per più giorni;
- Le valvole miscelatrici e sistemi anticalcare per proteggere gli utenti e prolungare la vita utile del sistema.
La progettazione, perché risulti effettivamente efficace, deve tener conto della superficie collettori necessaria (in genere 1,5–2 m² per persona per ACS) e del volume dell’accumulo (150–300 litri per nucleo familiare).
Ammortamento e incentivi
Adesso veniamo ai costi.
Un impianto solare termico domestico per ACS ha un costo che può variare tra €2.500 e €4.500, mentre un impianto combinato ACS + riscaldamento può arrivare fino a €7.000–10.000, in base alla superficie dei collettori, alla capacità dell’accumulo e alla complessità dell’integrazione.
Tuttavia, tali costi vanno considerati nel lungo periodo, poiché l’impianto produce energia gratuita e riduce drasticamente i costi in bolletta.
Infatti, grazie al risparmio energetico, un impianto solare termico per ACS può essere ammortizzato in 6–8 anni, mentre un sistema combinato può richiedere 10–12 anni, specialmente se abbinato a tecnologie efficienti come le pompe di calore.
Ma il tempo di ritorno dell’investimento può ridursi sensibilmente sfruttando i bonus e incentivi statali.
In Italia, infatti, sono attivi diversi incentivi per la diffusione del solare termico:
- Conto Termico 2.0: erogato dal GSE, prevede un incentivo che può coprire fino al 65% del costo dell’impianto solare termico, con tempi di rimborso molto rapidi. L’erogazione avviene tramite uno o più bonifici bancari, in base all’importo spettante, generalmente entro 1–2 mesi dalla corretta presentazione della richiesta;
- Detrazioni fiscali (Bonus Casa, Ecobonus): fino al 65% in 10 anni per interventi di riqualificazione energetica.
È fondamentale rivolgersi a installatori certificati per assicurarsi che l’impianto sia conforme ai requisiti richiesti e per la corretta gestione delle pratiche burocratiche.
Conclusioni
Il solare termico è una tecnologia collaudata, conveniente e sostenibile, ideale per chi desidera ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e contenere i costi energetici. Grazie alla possibilità di integrazione con altri sistemi e agli incentivi economici disponibili, si tratta di un investimento che si ripaga nel tempo e che contribuisce attivamente alla transizione ecologica.
Oltre al risparmio, un impianto solare termico contribuisce ad aumentare la classe energetica dell’edificio, migliorando il valore di mercato dell’immobile e rendendolo più appetibile. Inoltre, riduce l’impatto ambientale dell’abitazione, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi europei di neutralità climatica.
Chiaramente, per scegliere l’impianto più adatto alle proprie esigenze, è consigliabile effettuare una valutazione energetica preliminare con un tecnico qualificato, che consideri le caratteristiche dell’abitazione, l’esposizione solare, il numero di utenti e gli obiettivi di efficienza energetica.
Se vuoi passare dalla teoria alla pratica sappi che RiESCo è la Energy Service Company certificata UNI CEI 11352:2014 e ISO 9001. Guidiamo privati ed Enti della Pubblica Amministrazione ad avviare i progetti di transizione energetica, con l’aiuto degli incentivi dedicati.
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