Ecobonus prorogato per tre anni e con nuove regole

13 Gennaio 2025 | Incentivi

Il nuovo Ecobonus introduce aliquote che variano in relazione alla tipologia dell’immobile e al reddito del contribuente, prevedendo una progressiva riduzione negli anni successivi.

L’Ecobonus si è affermato come una garanzia per chi desidera, o necessita, migliorare l’efficienza degli impianti o delle parti strutturali della propria abitazione.

Il suo successo è facile da spiegare: una procedura relativamente semplice, soprattutto se paragonata ad altri incentivi, che permette di recuperare una parte significativa dei costi sostenuti.

Anche tu lo stai valutando per gli stessi motivi?

Allora ti interesserà sapere che con la Legge di Bilancio 2025 sono state introdotte delle importanti novità che modificano sostanzialmente l’Ecobonus rispetto a come lo conosciamo oggi.

Le aliquote, anziché variare in base alla tipologia d’intervento, cambieranno in relazione alla tipologia dell’immobile e al reddito del contribuente. Inoltre, andranno a ridursi progressivamente nei due anni successivi.

Quindi, se stai davvero pensando di sfruttare l’Ecobonus, è il momento giusto per agire. Potrebbe essere la tua ultima occasione per approfittare appieno dei suoi vantaggi.
Leggi questo articolo fino alla fine per approfondire gli interventi incentivati, le aliquote previste a seconda delle casistiche e la procedura necessaria per accedere al bonus.

Buona lettura!

Ecobonus: origini, evoluzione e contesto

Come abbiamo trattato in altri articoli, il parco edilizio italiano è un vero e proprio colabrodo termico.

Quasi 12,5 milioni di edifici, di cui 9,1 milioni (ovvero il 73%) antecedenti al 1980, quindi con più di 40 anni di età. Sono addirittura 7,2 milioni (il 51%) gli edifici con più di 50 anni di età.

Dunque, il nostro patrimonio immobiliare è in gran parte datato, segnato dal tempo e privo di soluzioni efficaci per il contenimento dei consumi energetici. Di conseguenza, ci troviamo spesso a vivere in ambienti poco confortevoli, a volte persino insalubri, e tutt’altro che convenienti dal punto di vista economico.

Il danno poi è doppio se pensiamo che questa inefficienza produce tonnellate di emissioni inquinanti nell’atmosfera.

Al fine di contrastare questo dannoso spreco, da anni in Italia, si sono succedute una serie di misure volte ad incentivare la riqualificazione degli edifici.

La prima fu introdotta con la legge finanziaria 2007 (legge n. 296 del 2006, articolo 1, commi da 344 a 349) e prevedeva il riconoscimento delle detrazioni d’imposta IRPEF/IRES per le spese sostenute da ripartire in 10 rate annuali di pari importo.

La detrazione era fissata al 55% per interventi come l’isolamento termico dell’edificio, l’aumento dell’efficienza degli impianti presenti, l’efficientamento delle strutture opache e trasparenti dell’edificio (murature, solai, coperture, serramenti), l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione.

L’articolo 4, comma 4, del D.L. n. 201 del 2011 ha poi incluso fra le spese agevolate anche quelle per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.

L’aliquota è stata poi potenziata al 65% con il D.L n 63 del 2014 (articolo 14), il quale ha inoltre aggiunto l’obbligo per gli interventi a parti comuni degli edifici o che interessino tutte le unità immobiliari del singolo condominio, di monitorare e valutare il risparmio energetico conseguito.

La legge di stabilità 2015 ha prorogato quanto sopra e incluso nella detrazione l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari e l’installazione di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.

Sullo stesso trend è stata la legge di stabilità 2016, la quale oltre a prorogare quanto già esposto, ha previsto lo stesso beneficio fiscale per l’acquisto e la messa in opera di dispositivi per il controllo da remoto di impianti di climatizzazione e per la produzione di acqua calda sanitaria e disposto la possibilità, per i soggetti che si trovano nella no tax area (ovvero pensionati, lavoratori dipendenti e autonomi incipienti), di cedere la detrazione fiscale loro spettante ai fornitori dei lavori.

La legge di bilancio 2017 ha prorogato l’aliquota al 65% per gli interventi riguardanti le singole unità immobiliari. Mentre per i lavori che riguardano le parti comuni degli edifici condominiali, con un’incidenza maggiore del 25%, l’aliquota è stata potenziata al 70% e al 75% per gli interventi finalizzati a migliorare le prestazioni invernali ed estive conseguendo determinati standard.

Per tali lavori i condomini possono cedere le detrazioni ai fornitori, nonché a soggetti privati.

La legge di bilancio 2019, oltre ad estendere la proroga per quanto sopra, ha previsto l’agevolazione anche per acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione degli impianti esistenti.

Infine, la legge di bilancio 2020 ha previsto la riduzione dell’aliquota al 50% per le spese sostenute dal 1° gennaio 2019 per l’efficientamento di infissi, schermature solari e sostituzioni di impianti di riscaldamento con caldaia a condensazione almeno di classe energetica A, escludendo invece dalla detrazione le caldaie con classe di efficienza inferiore.

Mentre ha esteso al 65% per gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione con sistemi evoluti, impianti dotati di sistemi ibridi, o per i generatori d’aria calda a condensazione e prorogato il 50% per l’installazione di impianti di climatizzazione invernale alimentati da biomasse combustibili.

Ecobonus 2025, principali novità

Arriviamo quindi ad oggi, come si presenta l’Ecobonus?

Come anticipato nelle prime righe dell’articolo, la Leggi di Bilancio 2025 ha introdotto importanti novità. La prima: un’aliquota unica per tutte le tipologie di lavori di efficientamento energetico, ma differenziata a seconda della tipologia dell’immobile su cui verranno realizzati gli interventi.

Nello specifico, per l’anno 2025 le aliquote sono disposte nella seguente modalità:

  • 50% per immobili prima casa
  • 36% per abitazioni diverse dalla prima casa e immobili non residenziali.

Questa chiara distinzione mira a incentivare gli interventi di efficienza energetica nei contesti dove sono più necessari, ossia laddove i consumi energetici sono maggiori.

Poiché questa scelta si inserisce in una strategia più ampia, volta anche a promuovere interventi di efficienza energetica in modo più rapido ed efficace, è stata introdotta una riduzione progressiva delle aliquote negli anni 2026-2027.

Infatti, per la prima casa l’aliquota scenderà al 36% mentre per gli atri immobili diversi dalla prima casa sarà ulteriormente ridotta al 30%.

Un altro aspetto determinante del nuovo Ecobonus sarà il focus sui redditi.

Per i contribuenti con un reddito annuo superiore a 75.000 €, l’importo massimo detraibile verrà ridotto e modulato considerando due aspetti fondamentali:

  • Il numero di figli a carico;
  • La presenza di figli con disabilità.

Questa revisione mira a dare priorità ai nuclei con maggiori necessità sociali, riducendo al contempo i vantaggi per le fasce di reddito più alte.

In questo modo, l’Ecobonus 2025 cerca di garantire un accesso più equilibrato ai benefici fiscali, concentrando il supporto economico laddove è più necessario.

Per quanto riguardala lista degli interventi incentivati, per la prima volta verrà esclusa dal bonus la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie alimentate a combustibili fossili (decisione in linea con la direttiva Case Green dell’Unione Europea).

Resta la possibilità di godere dell’Ecobonus per gli interventi riguardanti: la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti a caldaia a condensazione, purché non alimentati esclusivamente da gas di origine fossile, l’adozione di pompe di calore ad alta efficienza, Impianti geotermici a bassa entalpia, sistemi ibridi (pompa di calore integrata con caldaia a condensazione), micro-cogeneratori e generatori a biomassa, la realizzazione dell’isolamento termico con cappotto, la sostituzione di infissi e finestre, l’installazione di schermature solari e l’adozione dipannelli solariper la produzione di acqua calda.

Come per le precedenti versioni di Ecobonus, la modalità di fruizione del beneficio fiscale prevede che le detrazioni siano ripartite in dieci rate annuali di pari importo.

Documentazione necessaria

Per accedere all’Ecobonus gli interventi devono essere eseguiti su edifici esistenti, regolarmente accatastati e in regola con le normative urbanistiche ed edilizie.

Le spese devono essere sostenute tramite pagamenti tracciabili, come bonifici bancari o postali, specificando nella causale i riferimenti normativi dell’Ecobonus.

Inoltre, occorre conservare:

  • Certificazione energetica pre e post-intervento;
  • Fatture e ricevute dei pagamenti effettuati;
  • Comunicazione all’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Conclusioni: Ecobonus 2025, un passo verso efficienza ed equità

L’Ecobonus 2025 rappresenta un’evoluzione significativa delle politiche di incentivo per l’efficienza energetica, con l’obiettivo di bilanciare più aspetti cruciali. Da un lato, punta a ridurre l’impatto sul bilancio pubblico, modulando le detrazioni fiscali in modo più sostenibile. Dall’altro, incoraggia interventi tempestivi: chi desidera usufruire delle percentuali più alte sarà incentivato a completare i lavori entro il 2025.

Questa nuova impostazione rispecchia pienamente gli obiettivi europei di efficienza energetica, favorendo interventi in linea con la Direttiva Case Green e il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Inoltre, il sistema introduce un principio di maggiore equità fiscale, riducendo i benefici per i redditi più alti e concentrandosi sui nuclei familiari con maggiori esigenze, come quelli con figli a carico o in presenza di disabilità.

Nel complesso, l’Ecobonus 2025 sembra mirare a migliorare la qualità energetica del patrimonio immobiliare, e contestualmente, rafforzare anche il sostegno alle famiglie che ne hanno più bisogno, promuovendo un approccio più equo e responsabile nella gestione delle risorse pubbliche.

Un’occasione da cogliere per chi desidera contribuire a un futuro più sostenibile, sia per l’ambiente che per la comunità. Se anche tu sei tra questi e pensi che RiESCo possa fare al caso tuo, noi ci siamo.

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