Riqualificazione energetica degli edifici, quanto permette di risparmiare?

21 Gennaio 2021 | Efficienza Energetica Incentivi

Cosa significa riqualificare energeticamente il proprio immobile? Quali benefici conferisce? Concretamente, quanto è possibile risparmiare sui consumi?

L’energia ha un ruolo sempre più centrale nelle nostre vite, è una risorsa preziosa per la nostra produttività, per i nostri spostamenti, per la nostra socialità e per il nostro benessere.

Come ogni risorsa preziosa è essenziale farne un uso attento affinché questa resti per noi uno strumento volto a semplificarci la vita anziché complicarla.

Pensiamo agli smartphone: oggi con un unico prodotto è possibile fare quello che prima era possibile combinando computer, macchina fotografica e molto altro, ma per essere davvero funzionale occorre che la batteria ci permetta di essere liberi dal cavo di alimentazione almeno per tutta la giornata lavorativa, altrimenti limiterebbe la nostra giornata anziché migliorarla.

Lo stesso vale per i nostri edifici, l’energia che consumiamo deve poterci garantire tutti i comfort di cui necessitiamo.

Spesso invece viviamo in ambienti mal climatizzati, incapaci di mantenere costante la giusta temperatura, con impianti obsoleti incapaci di fornirci le giuste prestazioni, finendo così per bruciare molta più energia di quella veramente necessaria.

Ecco perché il valore dell’efficienza energetica sta andando sempre più a consolidarsi.

Le normative stanno ponendo molta attenzione alla tematica e sono molte, attualmente, le misure d’incentivazione volte alla promozione di tali interventi, una su tutte il Superbonus 110%, ma quali risultati è possibile ottenere con la riqualificazione energetica?

Attraverso gli interventi di efficienza energetica, quanto è possibile risparmiare? Per scoprirlo continua la lettura di questo articolo.

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Parco edilizio italiano, la situazione attuale

Il nostro parco edilizio è formato da quasi 12,5 milioni di edifici, di cui 9,1 milioni, pari al 73% del totale sono antecedenti al 1980, quindi, con più di 40 anni di età.

Sono invece 7,2 milioni, pari al 51% del totale, gli edifici con più di 50 anni di età.

Disponiamo di un patrimonio edilizio datato, ormai obsoleto, incapace di soddisfare le attuali normative nonché le stesse esigenze abitative, e che spesso può causare vere e proprie situazioni di disagio a causa del naturale deperimento funzionale.

Questa condizione limita le persone che vivono questi ambienti e più in generale l’Italia stessa.

Occorre infatti sapere il 40% del consumo energetico totale del nostro Paese proviene proprio dal nostro parco edilizio, e dobbiamo considerare che 3 edifici su 4 sono inefficienti (fonte ENEA).

Inoltre, il mercato delle nuove costruzioni contribuisce in minima parte ad alzare il livello di efficienza energetica medio. Dalla crisi del 2008 ha subito una forte battuta d‘arresto, siamo passati dalle 200,000 nuove costruzioni annue degli anni ’60 ai 30.000 dal 2011 al 2019 (fonte Servizi Studi e CRESME).

Per questo stanno andando sempre più a consolidarsi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, e in particolare, di efficienza energetica.

Come riqualificare energeticamente i nostri edifici

Agendo sull’isolamento termico degli edifici, sulla sostituzione degli impianti per la produzione di energia, sull’installazione di dispositivi efficienti e sui sistemi di building automation si ottengono considerevoli risparmi, in quale misura?

Le potenzialità variano da caso a caso, in base alla collocazione geografica dell’edificio, all’epoca di costruzione dell’edificio, alla tipologia costruttiva e agli impianti installati.

Generalmente possiamo affermare che gli interventi di isolamento termico possono apportare risparmi che variano dal 30 al 50%, mentre l’installazione di caldaia a condensazione in classe energetica A può apportare circa il 20% di risparmio, la sostituzione degli infissi circa il 10%, impianti efficienti circa 10-15% (fonte Guida alla ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici-ENEA).

I più comuni sono la realizzazione del cappotto (isolamento termico) assieme alla sostituzione dell’impianto di climatizzazione (invernale/estivo) e questi possono generare fino al 75% di risparmio energetico.

Le potenzialità degli interventi di efficienza energetica sono dunque enormi ma occorrono conoscenze specifiche in materia per comprendere la convenienza economica in relazione ai costi da sostenere.

Per combattere questa criticità sono stati disposti negli anni vari meccanismi di detrazione fiscale, pensati e resi disponibili per rispondere a esigenze diverse, utilizzabili singolarmente o abbinati tra loro.

Quanta energia è possibile risparmiare? Un esempio pratico

Prendiamo come esempio un immobile di 100 mq in classe energetica F.

I consumi variano sempre in relazione all’ubicazione territoriale dell’edificio, alla tipologia di immobile (se trattasi di una villetta oppure di un appartamento in condominio) e alle abitudini di chi vive gli ambienti.

Ipotizziamo che l’immobile sia dotato di un efficiente impianto a metano per riscaldare i propri ambienti e che comporti una spesa di circa 2.000 euro/an.

Tenuto conto che il prezzo di 1 mq di metano è di 1 €, 2.000 euro di spesa equivalgono a 2.000 mq di metano, i quali a loro volta equivalgono a circa 20.000 kWh termici. Sai quanti barili di petrolio occorrono per generare 20.000 kWh? Circa 14.

Questo consumo è veramente alto se paragonato ad un immobile in alta classe energetica.

Come abbiamo accennato nelle righe precedenti, intervenendo con un buon cappotto termico congiuntamente all’installazione di una caldaia a condensazione di classe energetica A, o meglio ancora di una pompa di calore, è possibile ottenere fino al 70-80% di risparmio energetico.

Quindi l’immobile in questione potrebbe passare da un consumo di 20.000 kWh termici a massimo 8.000 kWh, con tutti i benefici che ne comporta: sostanzioso risparmio in bolletta, riduzione di consumo di fonti fossili e meno emissioni inquinanti nell’ambiente.

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