Conto Termico 2.0: l’incentivo per la sostituzione degli scalda acqua a pompa di calore

11 Aprile 2022 | Incentivi

Come funziona il Conto Termico 2.0 per la sostituzione degli scalda acqua a pompa di calore? Quanto conviene? Come fare per accedere all’incentivo?

Stai pensando di sostituire il tuo vecchio scalda bagno elettrico con un impianto scalda acqua a pompa di calore?

Ottima scelta! Se progettato ad hoc, questo tipo d’impianto potrà garantirti alte prestazioni e altrettanti risparmi.

Certo, rispetto ai sistemi tradizionali, richiede un investimento inziale considerevole ma si tratta di un problema facilmente risolvibile grazie al Conto Termico 2.0: l’incentivo che ripaga fino il 65% dei costi.

Come funziona questo bonus? Quali condizioni occorre rispettare per accedere? Quali spese sono incentivate? A chi affidarsi per ottenere l’impianto scalda acqua a pompa di calore scontato del Conto Termico 2.0? Per trovare le risposte a queste domande, continua la lettura di questo articolo fino alla fine. Buona lettura!

Scalda acqua a pompa di calore, cos’è

Gli scalda acqua a pompa di calore, svolgono la stessa funzione dei più noti scaldabagni elettrici, “solo” in maniera più efficiente.

Per quantificare il livello di efficienza, basti pensare che la sostituzione di uno scaldabagno elettrico con un impianto a pompa di calore può garantire fino al 70% di risparmio energetico.

L’impianto è formato da un circuito chiuso, percorso da un fluido che, a seconda delle condizioni di temperatura e di pressione in cui si trova, assume lo stato di liquido o di vapore.

Il suddetto circuito è costituito da un compressore, un condensatore, una valvola di espansione e un evaporatore.

Il condensatore e l’evaporatore sono costituiti da scambiatori di calore, cioè tubi posti a contatto con un fluido di servizio (acqua o aria). Attraverso questi ultimi, scorre il fluido frigorigeno che cede calore al condensatore e lo sottrae all’evaporatore.

Attraverso cambiamenti di stato e cicli di compressione ed espansione, Il fluido preleva il calore contenuto nell’aria e lo cede all’acqua sanitaria per portarla a circa 60 °C (temperatura di stoccaggio nel bollitore).

Per compiere questo processo occorre una minima quantità di energia elettrica, quanto basta per far funzionare il ventilatore che cattura l’aria e il compressore che movimenta il fluido nel circuito.

Il condensatore e l’evaporatore sono costituiti da scambiatori di calore, cioè tubi posti a contatto con un fluido di servizio (aria o acqua) nei quali scorre il fluido frigorigeno che cede calore al condensatore e lo sottrae all’evaporatore. Al raggiungimento del carico massimo di potenza la pompa di calore si spegne per ridurre i costi.

Scalda acqua a pompa di calore, quando conviene installarla?

I principali criteri da valutare quando si vuole sostituire il proprio impianto con uno scalda acqua a pompa di calore sono:

  • le caratteristiche climatiche;
  • le caratteristiche dell’immobile;
  • usi e abitudini dell’utente.

Il fattore clima incide soprattutto quando l’impianto che si intende installare ha come sorgente fredda l’aria esterna poiché, nelle zone con inverni particolarmente rigidi, è possibile andare incontro a fenomeni di brina. Per mitigare questa criticità, la maggior parte degli impianti dispone di sistemi di sbrinamento, ma resta la possibilità che si verifichi un cattivo scambio termico. Inoltre, il calore erogato diminuisce al diminuire della temperatura di questa, quindi ne risentono le prestazioni dell’impianto.

Per quanto riguarda le caratteristiche dell’immobile, in ambito residenziale, è importante valutare la disponibilità di spazi necessari ad ospitare l’impianto, e la possibilità di installare sistemi monoblocco o split. Dove possibile, si raccomanda l’installazione nell’apposito locale caldaia o in cantina, azzerando così problemi di rumore e di condensa.

L’ingombro rappresenta, infatti, una dei maggiori limiti di questo impianto.

Se soddisfatti questi criteri allora si passa a valutare gli aspetti economici.

In linea generale, l’impianto scalda acqua a pompa di calore è molto conveniente in presenza di grandi consumi di acqua calda sanitaria ma la massima convenienza si ottiene quando viene usato lo stesso impianto per soddisfare anche la climatizzazione invernale ed estiva

La convenienza si riduce notevolmente nelle applicazioni per la sola produzione di acqua calda sanitaria e per il solo riscaldamento. In quest’ultimo caso, le condizioni più vantaggiose si ottengono con l’uso di una sorgente fredda diversa dall’aria (acqua o terreno). Infatti, la pompa di calore, con questa sorgente, è in grado di coprire da sola il fabbisogno di calore.

Come anticipato nelle prime righe dell’articolo, l’impianto scalda acqua a pompa di calore permettere di risparmiare fino al 70% dei consumi elettrici. 

Per ottenere tali prestazioni è fondamentale osservare delle buone norme:

  • effettuare la pulizia dell’evaporatore e del condensatore;
  • eseguire la pulizia dei filtri;
  • pulire il tubo di scarico della condensa, come consigliato dai libretti di istruzioni allegati alla pompa di calore.

Piccole operazioni che, se effettuate periodicamente, magari anche dello stesso proprietario dell’impianto, possono garantire i grandissimi numeri di risparmio energetico di cui sopra.

Conto Termico 2.0: l’incentivo che ripaga fino il 65% dei costi

Acquistare un impianto scalda acqua a pompa di calore richiede costi maggiori rispetto al classico scaldabagno elettrico e sebbene le prospettive di risparmio energetico possano garantire il ritorno dell’investimento in pochi, per molti, l’investimento iniziale può rappresentare un problema.

Dunque, per incentivare questo tipo d’intervento è stato disposto il Conto Termico 2.0: il contributo erogato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) mirato all’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e che, come in questo caso, finanza fino il 65% dei costi relativi all’intervento. Il limite massimo per l’erogazione degli incentivi in un’unica rata è di 5.000 euro (diversamente vengono spalmati su più rate) e i tempi di pagamento sono all’incirca di 2 mesi, semplicemente tramite bonifico.

L’intervento incentivabile consiste nella sostituzione di scaldacqua elettrici, installati in edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, dotati di un impianto di climatizzazione, con scaldacqua a pompa di calore.

Possono accedere all’incentivo del Conto Termico 2.0 le Amministrazioni Pubbliche e i Soggetti privati direttamente o indirettamente tramite una Energy Service Company (ESCo).

Ma ci sono anche dei requisiti tecnici da rispettare, questi riguardano l’efficienza dell’impianto come da norma UNI EN16147 e la presentazione di tutta la documentazione relativa all’intervento (fatture, documentazione fotografica ante e post intervento, schede tecniche ecc.) che dovrà essere poi conservata in originale per tutta la durata dell’incentivo e per i 5 anni successivi all’erogazione dell’ultima rata. Il GSE

Sono ammesse all’incentivo tutte le spese relative a:

  • smontaggio e dismissione dell’impianto esistente;
  • fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, delle opere idrauliche e murarie necessarie per la sostituzione a regola d’arte dell’impianto di produzione di acqua calda sanitaria preesistente;
  • spese professionali connesse alla realizzazione dell’intervento.

Come accedere al Conto Termico per lo scalda acqua a pompa di calore

Come riportato sopra, la richiesta di accesso al Conto Termico 2.0 per l’installazione dello scalda acqua a pompa di calore, può pervenire da colui che intendere acquistare l’impianto (PA, azienda o privato) o per conto di una ESCo.

La domanda deve essere presentata attraverso il Portaltermico entro 60 giorni dalla fine dei lavori.

Come abbiamo ampiamente trattato nell’articolo conto termico: esempio di pratica e modulistica, Le pratiche necessarie per accedere al Conto Termico 2.0 sono piuttosto complesse, sia per la mole di documenti che occorre reperire sia per la rigidità del meccanismo che potrebbe decretare un esito positivo come negativo della richiesta.

Nel caso peggiore, potrebbe succedere che l’investitore realizza l’intervento senza poter recuperare velocemente la parte dei costi che aveva preventivato.

Questa è una delle principali ragioni che rende il Conto Termico 2.0 ancora così poco sfruttato.

Nonostante ciò, rappresenta una grandissima opportunità, soprattutto se supportate da un ESCo.

Per questo RiESCo aiuta Pubbliche Amministrazioni, imprese e privati, a valutare gli interventi di efficienza energetica più efficaci per il caso specifico, sfruttando gli incentivi più convenienti, come il Conto Termico.

L‘offerta di RiESCo, in particolare, si differenzia da altre presenti sul mercato perché garantiamo e scontiamo subito in fattura il valore dell’incentivo, sollevando l’imprenditore da qualsiasi onere o preoccupazione.

Per quest’ultimo quindi nessun rischio di rigetto della praticanessuna dilazione dell’incassonessun periodo di attesa. Se pensi che questa formula possa fare al caso tuo noi ci siamo!

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