Caldaie a condensazione: quando conviene sostituire l’impianto esistente
19 Maggio 2025 | Efficienza Energetica
Efficienza, rendimento e risparmio reale: tutto quello che c’è da sapere prima di sostituire il tuo vecchio impianto con una caldaia a condensazione.
Dopo anni di utilizzo, la tua caldaia inizia a mostrare segni di cedimento? Piccoli guasti sempre più frequenti, componenti da sostituire dal costo sproporzionato, fino a che punto conviene continuare a ripararla?
E poi ci sono i consumi: con il prezzo attuale del gas, mantenere un impianto obsoleto può diventare davvero oneroso.
Se stai valutando la sostituzione, probabilmente starai pensando alla caldaia a condensazione come alternativa più efficiente.
Per aiutarti a fare una scelta consapevole, abbiamo preparato una guida semplice e completa: niente linguaggio tecnico, solo informazioni utili sulle differenze rispetto alle caldaie tradizionali, i reali vantaggi, gli eventuali svantaggi, gli incentivi disponibili e cosa aspettarti in termini di risparmio.
Alla fine della lettura avrai più consapevolezza sulla soluzione che fa al caso tuo.
Se la premessa ti sembra interessante, prenditi qualche minuto e buona lettura!
Indice
Differenze tra caldaia a condensazione e caldaia tradizionale
La principale differenza tra una caldaia a condensazione e una tradizionale sta proprio nella capacità della prima di recuperare il calore dai fumi di scarico. Questo si traduce in: maggiore rendimento energetico, quindi minori consumi di gas e dunque minori emissioni di CO2 e inquinanti.
Dal punto di vista tecnico, le caldaie a condensazione si distinguono dalle caldaie tradizionali per la presenza di uno scambiatore di calore in acciaio inox o lega di alluminio-silicio, in grado di resistere alla corrosione causata dalla condensa acida (con pH compreso tra 3 e 4).
Inoltre, i generatori a condensazione sono dotati di sistemi di modulazione continua del bruciatore, che consente una variazione della potenza termica in funzione del carico termico richiesto, con range di modulazione spesso superiori a 1:7. L’impianto di scarico fumi deve essere realizzato con materiali plastici resistenti agli acidi, come il polipropilene, mentre le caldaie tradizionali utilizzano canne fumarie metalliche.
Dal punto di vista della combustione, le caldaie a condensazione operano con temperature dei fumi in uscita inferiori ai 60°C, contro i 120-180°C delle caldaie tradizionali, consentendo il recupero del calore latente e l’abbattimento delle emissioni grazie a una combustione più controllata e a basse temperature.
Infine, la gestione elettronica avanzata nei modelli a condensazione consente una più precisa regolazione della miscela aria-gas, contribuendo ulteriormente all’ottimizzazione dell’efficienza stagionale dell’impianto.
Caldaia a condensazione e caldaia tradizionale, rendimenti a confronto
Come accennato nel paragrafo precedente, il rendimento della caldaia a condensazione è nettamente maggiore rispetto a quello della caldaia tradizionale.
Rispetto al suo predecessore, questo tipo d’impianto, si avvale di una tecnologia che permette di recuperare i fumi di scarico prodotti, così da impiegarli nuovamente nel processo.
Infatti, le caldaie tradizionali utilizzano solo una parte del calore ricavabile dai fumi di combustione proprio per evitare la condensazione, la quale, potrebbe causare la corrosione delle parti del generatore. Questo vapore acqueo prodotto in eccesso viene disperso nell’aria attraverso il camino o la canna fumaria.
Negli impianti a condensazione questo spreco viene tradotto in risorsa perché, prima che vengano espulsi, la tecnologia recupera il calore latente contenuto nei fumi, risparmiando una piccola parte di combustibile.
Attenzione: il web è pieno di fonti che assicurano notevoli risparmi (solitamente citano valori intorno al 30%) ma è inesatto.
Ti spiego velocemente perché: per far sì che si verifichi il fenomeno di condensazione occorre che la temperatura di ritorno reale in caldaia sia sufficientemente bassa da far raffreddare i fumi fino a far condensare il vapore all’interno.
La condensazione inizia verso i 65°C al ritorno in caldaia, e aumenta tanto più la temperatura di ritorno è bassa, quindi, considerato che per i radiatori occorre mandare la temperatura intorno ai 75°C, il beneficio è impercettibile.
Se invece abbiniamo la caldaia a condensazione ai ventilconvettori che richiedono una temperatura di mandata di circa 45°-55° per ottenere un ritorno di circa -5°, il vantaggio è maggiore perché siamo su temperature nettamente più basse. Dunque, il beneficio aumenta ancora di più nel caso del pavimento radiante che necessita di una temperatura di mandata di circa 30°, con soli 25° di ritorno.
Dunque, rispetto al suo predecessore, la caldaia a condensazione assicura maggiori risparmi solo se abbinata a ventilconvettori o al pavimento radiante.
Nei grafici di seguito sono confrontati i rendimenti e i relativi risparmi della caldaia tradizionale e della caldaia a condensazione: con la prima il rendimento è costantemente scarso perché spreca l’energia contenuta nei fumi di scarico, con quella a condensazione invece, i risultati aumentano con il diminuire delle temperature di ritorno.


Quando sostituire l’impianto esistente con una caldaia a condensazione
Ci sono diverse situazioni in cui sostituire una vecchia caldaia con una a condensazione risulta conveniente:
1. l’impianto esistente è datato e inefficiente, se la tua caldaia ha più di 15 anni, sicuramente si tratta di una tecnologia obsoleta e in questo caso, il passaggio a una caldaia a condensazione può ridurre sensibilmente i consumi energetici e le bollette;
2. l’attuale impianto presenta frequenti guasti, comportando costi continui. Sostituirlo con una tecnologia all’avanguardia può garantire maggiore affidabilità ed eliminare queste spese;
3. Necessità di adeguarsi alle normative, le normative europee, e di conseguenza quelle italiane, impongono l’installazione di caldaie a condensazione in molte situazioni di nuova installazione o sostituzione. Inoltre, con la legge di Bilancio 2020, l’acquisto delle caldaie tradizionali viene escluso da ogni forma di bonus fiscale.
In ogni caso è importante tenere conto di alcuni aspetti prima di intraprendere la sostituzione della caldaia tradizionale con una a condensazione: la possibilità di installare una canna fumaria adatta, lo stato dell’impianto esistente (tubazioni, radiatori e altri componenti) e le caratteristiche dell’abitazione (isolamento termico, dimensioni, esposizione).
Costi e tempi di ammortamento
Il costo di una caldaia a condensazione si attesta, generalmente, intorno ai 3.000,00 € + IVA (circa 1.500.00 € costo caldaia + circa 700 € di beni accessori + circa 700 € di posa in opera).
In alcuni casi, a sostegno di questo tipo d’intervento, però, ci sono le agevolazioni fiscali, nello specifico l’Ecobonus.
A tal proposito, è importante segnalare che la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto importanti novità.
Anziché aliquote specifiche per la tipologia d’intervento, l’Ecobonus 2025 prevede l’aliquota unica per tutte le tipologie di lavori di efficientamento energetico, ma differenziata a seconda della tipologia dell’immobile su cui verranno realizzati gli interventi:
- 50% per interventi sulla prima casa;
- 36% per seconde case o immobili non residenziali.
Dal 2026 le aliquote saranno ridotte: 36% per la prima casa e 30% per le altre.
L’incentivo resta valido solo per caldaie a condensazione non alimentate esclusivamente a gas fossile. Tuttavia, è ancora possibile beneficiare delle detrazioni fiscali se la caldaia a condensazione fa parte di un sistema ibrido che include una pompa di calore.
Chi ha un reddito annuo sopra i 75.000 € potrà detrarre un importo ridotto, in base al numero di figli a carico e alla presenza di figli con disabilità e il rimborso avverrà sempre tramite 10 rate annuali di pari importo.
Conclusioni
La scelta di sostituire un vecchio impianto con una caldaia a condensazione va valutata con attenzione, tenendo conto delle caratteristiche tecniche, dei rendimenti energetici e dei costi di installazione.
Come abbiamo visto, rispetto alle caldaie tradizionali, quelle a condensazione offrono prestazioni superiori e consumi più contenuti, con un impatto positivo sia sulla bolletta che sull’ambiente. Il momento giusto per intervenire dipende da vari fattori: lo stato dell’impianto attuale, la possibilità di accedere agli incentivi fiscali e la convenienza economica nel medio-lungo periodo.
Soprattutto, tenuto conto del fatto che oggi sono disponibili altre soluzioni per la climatizzazione e la produzione di acqua calda sanitaria, ancora più efficienti della caldaia a condensazione.
Per scoprire quali sono continua a seguire il blog di RiESCo!