Consumi energetici negli uffici: la climatizzazione incide per il 57%

26 Giugno 2019 | Efficienza Energetica

ENEA attraverso il Rapporto Assoimmobiliare – ENEA “Benchmark di consumo energetico degli edifici per uffici in Italia” ha analizzato i consumi energetici negli uffici, evidenziando che ben il 57% è rappresentato dalla climatizzazione e un buon 17% dall’illuminazione, e pensare che con l’efficienza energetica questi numeri potrebbero essere dimezzati…

Anche se da anni ormai le temperature estive toccano punte di 40 gradi, abituarci a lavorare con questo caldo è davvero difficile, così che si tratti di spostare pesanti carichi o di lavorare ad una scrivania, la climatizzazione rappresenta per molti una vera e propria àncora di salvezza. Anche per te è così?

Più le temperature si fanno estreme e più ci aggrappiamo a questa, aumentando la potenza e le ore di accensione, è naturale. Il problema è che, con altrettanta facilità, aumenta la spesa in bolletta e le emissioni di CO2 nell’aria.

Il rapporto di ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) dimostra infatti che più della metà dei consumi energetici negli uffici, in questo periodo, dipende proprio dalla climatizzazione.

Allora cosa fare? Dovremmo forse rinunciare ad ambienti lavorativi confortevoli penalizzando al contempo le performance? Ho provato sulla mia pelle che così non funziona.

La buona notizia è che la soluzione c’è, si chiama efficienza energetica e permette di risparmiare in bolletta fino al 60%. Se vuoi conoscere meglio i dati del rapporto ENEA e quali strategie adottare per abbattere i consumi, sei nel posto giusto. Mettiti comodo e buona lettura!

Il rapporto ENEA sui consumi energetici negli edifici ad uso direzionale

Il rapporto Assoimmobiliare – ENEA “Benchmark di consumo energetico degli edifici per uffici in Italia” realizzato su un campione di 118 edifici direzionali su tutto il territorio nazionale, evidenzia quanto la climatizzazione incida sui consumi energetici.

Da questa analisi si evince che la climatizzazione pesa per il 57%, seguita dalle apparecchiature elettriche con il 26% e dall’illuminazione, il 17% con conseguente spesa annua a metro quadro di 15 euro circa per la climatizzazione estiva/invernale, 6.40 euro per le apparecchiature e 4.40 per l’illuminazione.

Dal rapporto emerge anche che in molti casi, gli edifici risalgono agli anni ’50 – ’70, caratterizzati dunque da strumenti energivori obsoleti e non al passo con i tempi. Queste strutture oggi generano grandi sprechi e quindi hanno grandissimo potenziale di efficienza energetica.

Nel rapporto viene sottolineato più volte, il valore della diagnosi energetica, vista troppo spesso solamente come l’ennesimo onere per le imprese.

In realtà questa è il primo passo verso l’ efficienza energetica, perché permette di analizzare gli sprechi energetici e le aree in cui intervenire tramite soluzioni specifiche per ogni comparto.

Conseguentemente, emerge l’importanza di attuare interventi di efficienza energetica, per sostenere la riqualificazione degli edifici e raggiungere così l’ambizioso obiettivo di un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza entro il 2050.

Efficienza Energetica, la strategia per abbattere i consumi

Il caldo rovente degli ultimi anni, ha innescato un boom di acquisti per i sistemi di climatizzazione, in particolare di condizionatori d’aria cosiddetti solo freddo.

Vista la diffusione e la facilità con cui possono essere reperiti a prezzi contenuti, hanno spinto molti compratori a procedere autonomamente all’acquisto, recandosi nelle grandi catene di elettrodomestici o semplicemente con un click sui marketplace online, affidando poi la sola installazione al tecnico specializzato.

Quando non si possiedono le competenze tecniche per valutare l’acquisto di un prodotto piuttosto che un altro, accade che si usi come metro di paragone, il prezzo… “meglio questo che costa meno”.

A me succede spesso di utilizzare questa strategia, a volte però, mi capita di pentirmene!

Potrebbe essere il caso della scelta del sistema di climatizzazione perché certamente il prezzo è un fattore importante, ma ce ne sono altri ugualmente importanti da tenere conto, eccone i tre principali:

  1. le caratteristiche dei locali da raffrescare;
  2. L’efficienza energetica degli apparecchi;
  3. Conto Termico, l’incentivo dedicato.

Esistono diversi tipi di sistemi di raffrescamento degli ambienti, tutti molto validi ma per esigenze specifiche. Dai condizionatori portatili a quelli fissi, passando poi per le pompe di calore.

Ognuno di questi sistemi però, potrebbe risultare inutile se l’edificio presenta dispersioni di calore o se l’impianto è mal dimensionato rispetto la grandezza degli ambienti. A volte poi è possibile riscontrare problemi di spazio dovuti all’ingombro delle macchine, quindi occorre fare attenzione all’ingombro.

Ecco perché analizzare le caratteristiche dell’ambiente è il primo passo per efficientare gli strumenti energivori di raffrescamento degli ambienti.

Con questa valutazione è possibile scegliere la soluzione di impianto migliore per le proprie esigenze, di cui chiaramente occorrerà tenere conto del prezzo, ma ancora più dell’efficienza energetica.

L’indice di efficienza energetica ci dice quanti kWh frigoriferi la macchina è in grado di produrre e il consumo annuo di energia in ore.

Perché sono così importanti questi dati? Perché permettono di identificare e ottenere i massimi risultati di risparmio energetico.

Mi spiego meglio, l’innovazione tecnologia oggi garantisce sempre buoni standard di efficienza energetica e di conseguenza buoni risparmi energetici. Quindi se decidiamo di sostituire il nostro sistema di raffrescamento vecchio di 10 anni, con uno nuovo anche se di fascia economica bassa, otterremo comunque un miglioramento di prestazioni e di consumi.

Contestualmente, se decidiamo di investire su un nuovo sistema di climatizzazione ad alta efficienza energetica, l’obiettivo non sarà quello di “risparmiare un po’” ma di massimizzare i risultati di risparmio a parità di ciclo produttivo.

Per avare la certezza di ottenere questi risultati, non è sufficiente acquistare la macchina può costosa e o controllare gli indici di efficienza energetica nell’apposita etichetta, occorre affidarsi a specialisti del settore, come le ESCo ( Energy Service Company), i quali oltre a valutare tutte le condizioni degli ambienti da rinfrescare, sono in grado analizzare gli sprechi, quindi di progettare e realizzare l’intervento migliore per il caso specifico, sfruttando l’incredibile opportunità rappresentata dagli incentivi.

Incentivi dedicati

L’efficientamento del sistema di climatizzazione è incentivato secondo la legge di bilancio 14/2018 di cui la proroga fino al 31 dicembre 2019, con le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica.

Il contributo può variare dal 50 al 65% in base alla tipologia di intervento e può essere richiesto tramite il modello 730, previa tracciabilità dell’acquisto.

Altrimenti, nel caso della sostituzione del vecchio impianto (no installazione di nuovo) può essere sfruttato l’Ecobonus con aliquota al 65%. Occorre rispettare i parametri di efficienza energetica e disporre della documentazione.

La forma di incentivazione legata alla climatizzazione, più vantaggiosa di tutte, è senza dubbio il Conto Termico 2.0.

Riguarda la climatizzazione a pompa di calore, sempre nel caso di sostituzione integrale o parziale il vecchio impianto termico ed è particolarmente conveniente perché permette di recuperare fino il 65% dei costi in pochi mesi, semplicemente tramite bonifico. Per accedervi occorre fare domanda al GSE S.p.A. e disporre di una copiosa documentazione.

Vista anche la complessità di questa procedura, la soluzione più sicura per massimizzare i risultati di efficienza energetica con zero rischi, in determinati casi anche senza investimenti, è quella di affidarsi ad una ESCo, come noi di RiESCo.

Se vuoi approfondire per il tuo caso specifico contattaci, oppure condividi questo articolo con chi credi possa trovarlo di suo interesse!

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