Renovation Wave: la strategia UE per la riqualificazione energetica degli edifici

10 Settembre 2021 | Efficienza Energetica

Collegata al Green Deal Europeo, la Renovation Wave ha l’obiettivo di riqualificare energeticamente gli edifici per renderli più efficienti, più sostenibili e quindi meno dipendenti dall’energia primaria.

Il parco edilizio italiano vanta valori di intensità energetica primaria inferiori alla media dei Paesi Europei ma ha ancora un grande potenziale inespresso.

Basti pensare che il 37,1% degli edifici residenziali si trova in classe energetica G.

Un recente studio pubblicato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) stima che ci sono circa 13 miliardi di metri quadrati di abitazioni da ristrutturare.

Riqualificare energeticamente tali contesti garantirebbe ambienti più confortevoli, più efficienti e più sostenibili, con altrettanti effetti positivi sull’economia, sulla filiera del lavoro e sulla sicurezza delle persone.

Cosa ostacola dunque la concreta diffusione dell’efficienza energetica nel parco edilizio italiano?Reperire le risorse economiche necessarie.

Ecco, quindi, che entra in gioco il Recovery found: il finanziamento che l’Unione Europea concede ai singoli Paesi appartenenti all’EU per stimolare la crescita economica, l’occupazione e contrastare gli effetti negativi causati dalla pandemia COVID-19.

Al centro di questa misura troviamo il Green Deal e con esso la Renovation Wave, ovvero, la strategia europea volta a promuovere l’efficientamento energetico degli edifici.

Per capire meglio cos’è e come potrebbe rivoluzionare il nostro attuale parco edilizio, continua la lettura di questo articolo fino alla fine.

Renovation Wave, contesto e finalità

Come accennato sopra, l’Italia presenta segnali incoraggianti sul fronte della lotta allo spreco energetico e conferma il suo impegno a raggiungere gli ambiziosi obiettivi al 2013 come previsto dalla normativa comunitaria in materia di energia e clima.

Tuttavia, si può fare molto meglio di così, nel nostro Paese e in tutti quelli appartenenti all’Unione Europea.

In Europa, infatti, la produzione e il consumo di energia incide per ben due terzi sulle emissioni di gas serra, principali responsabili del tragico fenomeno dell’aumento delle temperature.

Per combattere questo scempio ambientale è fondamentale ridurre la dipendenza dalle fonti fossili il cui approvvigionamento genera, da sempre e per sempre, guerre e disuguaglianze sociali.

Ridurre tale dipendenza e al contempo, diffondere la cultura de “Energy Efficiency first” (l’Efficienza Energetica prima di tutto), deve rappresentare una priorità concreta e perseguibile, perché conviene a tutti i consumatori di energia, dalle industrie alla piccole abitazioni.

Per questo nasce la strategia Renovation Wave, che si traduce letteralmente in “Ondata di ristrutturazioni”, parte integrante del Green Deal europeo promosso da Bruxelles.

Secondo le stime della Commissione Europea, entro la fine del decennio potrebbero essere ristrutturati 35 milioni di edifici con benefici ambientali, ma anche economici e sociali.

Ad oggi, infatti, quasi 34 milioni di europei vivono in condizione di estrema povertà energetica e quindi incapaci di climatizzare in maniera adeguata gli ambienti della propria abitazione.

Inoltre, è appurato che la riqualificazione energetica creerebbe posti di lavoro locali e stimolerebbe nuovi investimenti. Infatti, uno studio della Agenzia internazionale dell’energia (IEA) ha rilevato che la ristrutturazione edilizia offre la più grande leva occupazionale: 12-18 posti di lavoro locali per ogni milione di investimenti.

La stessa Commissione europea ritiene che via sia un potenziale per ben 160.000 nuovi posti di lavoro nel settore delle costruzioni UE entro il 2030.

Renovation Wave, principali obiettivi

Ma di fatto, cosa prevede la strategia Renovation Wave?

L’ondata di ristrutturazioni darà priorità a tre settori, ovvero alla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento, alla lotta alla povertà e all’inefficienza energetica e, infine, alla ristrutturazione dell’edilizia pubblica.

Per riuscire in questi ambiziosi progetti, come si legge dal sito ufficiale dell’Unione europea, applicherà una serie di misure intermedie così da semplificare le operazioni di riqualificazione energetica, che sono:

– rafforzare norme, standard e informazioni sulle prestazioni energetiche degli edifici. Ciò significa anche introdurre gradualmente standard minimi obbligatori di prestazione energetica per gli edifici esistenti, aggiornando le norme sugli APE. Tra le proposte anche quella di estendere gli obblighi di ristrutturazione del settore pubblico;

– assicurare l’accesso a finanziamenti mirati, in particolare attraverso le iniziative faro “Renovate” e “Power Up”. A ciò si aggiunge la semplificazione delle regole per combinare vari flussi di finanziamento e nuovi incentivi per i finanziamenti privati;

– aumentare le capacità necessarie a preparare e attuare i progetti di ristrutturazione. Attenzione focalizzata sull’assistenza tecnica prestata alle autorità nazionali e locali, e sulla formazione e sviluppo di competenze per chi occuperà i nuovi posti di lavoro verdi;

– espandere il mercato dei materiali da costruzione e dei servizi sostenibili, anche integrando nuovi prodotti e soluzioni basate sulla natura e rivedendo la legislazione sulla commercializzazione e gli obiettivi di riciclo;

– sviluppare soluzioni di prossimità. In questo modo le comunità locali possono integrare rinnovabili e digitale, creando distretti a energia zero di prosumer. La strategia include anche un’iniziativa volta a promuovere alloggi a prezzi accessibili per 100 distretti.

– creare una nuova Bauhaus europea. Si tratta di un progetto interdisciplinare codiretto da un comitato consultivo di esperti esterni tra i quali figureranno scienziati, architetti, designer, artisti, urbanisti ed esponenti della società civile. Da qui all’estate 2021 la Commissione condurrà un ampio processo partecipativo che sfocerà nella creazione, nel 2022, della rete delle prime 5 Bauhaus in diversi paesi dell’UE;

Come trasformeranno gli edifici di domani?

L’ultimo punto, ovvero quello riguardante la creazione di una nuova Bauhaus europea, merita un ulteriore riflessione.

L’idea fondante mira a rendere gli edifici esistenti più efficienti dal punto di vista energetico e climaticamente neutri ma intende anche avviare una trasformazione più generalizzata delle città e dell’ambiente.

L’illuminante movimento originario della Bauhaus, fondato nel 1919 da Walter Gropius assieme ad un gruppo di amici, riuscì rapidamente ad assumere una dimensione internazionale, capace di plasmare il design e la società del XX secolo.

Quindi, ispirata da questo virtuoso esempio, la presidente Von Der Leyen, ha voluto promuovere il un nuovo “Bauhaus europeo”: il progetto che renderà il Green Deal Europeo più attraente, innovativo e sostenibile, per trasmettere a tutti l’importanza di vedere e vivere la trasformazione verde.

Quando partirà il progetto?

La prima ondata si avvierà nel 2021 con cinque progetti orientati alla sostenibilità, all’arte e alla cultura, dando risalto ognuno ad un tema particolare, tra cui: materiali da costruzioni naturali ed efficienza energetica, demografia e innovazione digitale verde.

Dal 2023 partirà poi altri tre progetti che riguarderanno la creazione di piattaforme e spazi creativi.

La speranza è che un mondo esteticamente più bello possa aiutare tutti i cittadini a percepire i benefici della transizione ecologica e dell’efficienza energetica in particolare.

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