Prezzo del gas: come evolverà e come inciderà sulla produzione di energia?

17 Novembre 2022 | Efficienza Energetica

Il sistema energetico adottato fin qua, ci rende dipendenti dalle forniture estere, quindi, estremamente vulnerabili. Oggi paghiamo a caro prezzo questa scelta, ma per il futuro serve un cambio di rotta. A dirlo sono i numeri.

L’emergenza energetica ha spazzato via la possibilità di reperire l’energia a prezzi contenuti e costanti, con gravissime conseguenze sulla stabilità finanziaria del Paese e poi, a cascata, sulle imprese e sulle famiglie.

Ci troviamo, dunque, alla ricerca di misure eccezionali per renderci più indipendenti dalle fonti estere e dalle relative speculazioni.

Questa ricerca può evolvere in due modi diversi: o arginiamo l’emergenza seguendo strade già percorse, con risultati immediati e poco efficaci nel lungo periodo (limitandoci quindi a spostare il problema un poco più avanti), oppure, investiamo in nuove soluzioni capaci di creare qualcosa di duraturo nel tempo e di valore.

Gli studi dicono che oggi sarebbe dieci volte più costoso far funzionare centrali elettriche a gas a lungo termine piuttosto che costruire una nuova capacità solare fotovoltaica in Europa (fonte Rystad Energy). Nonostante ciò, la transizione energetica si rileva una scelta tutt’altro che scontata. Per capire meglio l’attuale situazione energetica, gli scenari che si prospettano e le sfide che abbiano davanti, continua la lettura di questo articolo fino alle fine. Buona lettura!

Come viene prodotta l’energia in Europa?

L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40% per il gas naturale, per il 33% dal petrolio e per il 20% dalle fonti energetiche rinnovabili (fonte Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale anno 2020).

Da notare che, sempre nel 2020, il 73,4% del fabbisogno è stato soddisfatto attraverso le importazioni.

Per quanto riguarda il gas, il 27,8% arriva dall’Algeria, il 9,5% dall’Azerbaijan, il 4,2% dalla Libia, per il 2,9% dal Nord Europa (in particolare da Norvegia e Olanda), il 13,1% dal Qatar ma circa il 40% arriva proprio dai rubinetti russi, da quando, negli anni Settanta, l’Occidente e l’Italia firmarono i contratti con l’Unione Sovietica per assicurarsi un’alternativa più economica al petrolio mediorientale.

Quanto costa il gas in Europa?

A proposito dei rubinetti russi, come probabilmente saprai, quest’anno i prezzi del gas in Europa hanno raggiunto livelli eccezionali, anche a causa del calo delle esportazioni dalla Russia.

Come riporta un interessante ricerca condotta da Rystad Energye riportata da energiaoltre.it“i prezzi spot sull’hub del gas Title Transfer Facility (TTF) in Olanda, il principale riferimento per l’Europa occidentale, sono aumentati da una media di 46 € per MWh del 2021 fino a 134 € per MWh di quest’anno, un aumento del 187%. Il prezzo ad agosto ha raggiunto il picco storico di 330 euro per MWh, spingendo il costo della generazione di energia elettrica da gas vicino ai 700 euro per MWh. Nonostante l’aumento del prezzo, nei primi sette mesi del 2022 la produzione di generazione a gas è aumentata del 4%, principalmente a causa di un calo di 100 TWh della produzione idroelettrica e nucleare”.

Come sappiamo, emergenze di questa portata hanno ricadute sul medio-lungo periodo, dunque, per il prossimo inverno occorre aspettarci una situazione altrettanto difficile, con la necessità di ricorrere ancora in gran parte al gas per produrre energia.

Nel 2023, il ritorno al nucleare e una maggiore capacità di energia rinnovabile dovrebbero ridurre gradualmente il fabbisogno di energia elettrica a gas. Con le fonti rinnovabili si calcola di ottenere oltre 50 GW di nuova capacità, mentre la francese EDF spera di riportare in linea fino a 30 GW di capacità nucleare (attualmente in fase di manutenzione).

Rystad Energy prevede che i prezzi del TTF si stabilizzeranno a circa 31 € per MWh entro il 2030, il che avvicina l’LCOE degli impianti esistenti a 150 € per MWh. Questo valore è ancora tre volte più dell’LCOE dei nuovi impianti solari fotovoltaici. Affinché gli impianti a gas continuino ad essere competitivi, i prezzi del gas dovrebbero avvicinarsi a 17 euro per MWh e i prezzi del carbonio dovrebbero scendere a 10 euro per tonnellata, cosa attualmente impensabile.

Alternative al gas?

Le prospettive a breve termine per i prezzi del gas in Europa sono poco confortanti: servirà del tempo affinché il mercato si adatti alla mancanza di fornitura di gas russo. Al contempo, per le utilities europee e gli Stati membri, a prezzi superiori a 100 euro per MWh è insostenibile continuare a generare elettricità utilizzando il gas, soprattutto quando il solare fotovoltaico e l’eolico onshore offrono alternative molto più economiche.

Già nel 2025, potrebbero essere prodotti più di 100 GW da fonti rinnovabili, se i fondi necessari per la produzione di energia elettrica a gas fossero utilizzati a questo scopo (la suddetta stima tiene conto di un costo di capitale medio ponderato delle tecnologie solari fotovoltaiche ed eoliche onshore di 1,3 euro per watt e che saranno necessari un paio d’anni per dare il via allo sviluppo).

Entro il 2028, la nuova capacità di generazione rinnovabile potrebbe raggiungere i 333 GW, sufficienti per generare 663 TWh di elettricità.

Entro il 2050, l’energia rinnovabile genererebbe oltre 2.000 TWh.

Energia: le prospettive a lungo termine

Finora, la transizione energetica, su cui l’Unione Europea punta ormai da anni, ha suscitato poco interesse, ma adesso che i costi dell’energia sono così alti, e la stessa fornitura viene messa in dubbio, tutto cambia.

Infatti, i paesi europei hanno ripensato le proprie strategie, accelerando lo sviluppo della capacità di generazione rinnovabile. Certo, per il breve termine il gas continuerà a svolgere un ruolo importante nel mix energetico europeo e sarà fondamentale per soddisfare la domanda. A lungo termine, invece, continuerà ad essere necessaria per sostenere l’intermittenza delle energie rinnovabili, soprattutto durante l’inverno, quando la capacità di accumulo delle batterie su scala industriale soddisferà solo in parte lo scopo.

Si tratta di un passaggio complesso, che richiederà tempo e dove l’aspetto economico sarà determinante per accelerare la transizione.

Lo stesso vale per le scelte che noi cittadini, e soprattutto coloro che operano nel settore terziario, possiamo perseguire. È arrivato il momento di investire in nuove visioni, per assicurarsi l’energia a prezzi contenuti e stabili, puntando quanto più possibile all’autoconsumo.

Le tecnologie lo permettono, gli incentivi abbattono gran parte dell’investimento, gli specialisti del settore ci sono. Cosa aspettiamo?

Se anche tu vuoi passare dalla teoria alla pratica, RiESCo c’è.

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