Allerta polveri sottili: la vera causa è l’inefficienza degli impianti di riscaldamento

20 Gennaio 2020 | Efficienza Energetica

Le auto, in particolare quelle diesel, contribuiscono all’emissione di polveri sottili nell’aria, ma sono in realtà il “minore” dei mali. Combustione delle biomasse e caldaie inefficienti sono il vero problema, scopriamo perché.

Da giorni sentiamo parlare dei livelli preoccupanti di PM10 (Materia Particolata 10), ovvero quell’insieme di microscopiche particelle presenti nell’aria, che possono riflettere sulla nostra salute, effetti estremamente negativi.

Per questo motivo sono state avviate azioni correttive in tutte le principali città d’Italia, in primo luogo indirizzate alla riduzione del traffico delle auto diesel.

Se questi provvedimenti hanno toccato anche la tua città, saprai benissimo di cosa si tratta e quante difficoltà generi una misura di questo tipo.

D’altronde per gestire l’emergenza la scelta obbligata è intervenire proprio sulla mobilità su ruota, anche se il problema maggiore è un altro, ovvero l’inefficienza dei sistemi di riscaldamento degli edifici.

Hai capito bene, di giorno siamo costretti a sconvolgere le nostre abitudini di mobilità e quando finalmente arriva la sera e rientriamo nelle nostre case, inconsapevolmente alimentiamo il problema con i nostri impianti inefficienti.

Dunque, mi chiedo: se oltre a migliorare la qualità degli spostamenti in città ci impegnassimo ad ammodernare gli impianti di riscaldamento e climatizzazione nei nostri edifici, quali risultati otterremo?

Scopriamolo insieme.

Impianti di riscaldamento inefficienti, ecco le conseguenze

L’uso delle caldaie, stufe e caminetti, nel solo periodo da ottobre ad aprile, genera il 60% della produzione totale delle polveri sottili.

I dati dicono inoltre che nel 2005 sono state emesse dalle caldaie, 14.000 tonnellate di PM10 mentre nel 2015 invece siamo arrivati a quota 21.000.

A Roma c’è stato un calo del 50% di PM10 derivato dai trasporti e contestualmente un aumento del 50%, del particolato emesso dai comignoli, per un totale di 30.000 tonnellate annue.

Ancora più forte l’aumento ad Aosta, la quale è passata da un’emissione annua di 31.000 tonnellate alle 72.000 circa.

Numeri che si riflettono chiaramente, sulla qualità dell’aria e quindi sulla nostra salute. Ricordiamo a tal proposito che l’Italia detiene il triste primato di paese europeo con più morti da smog.

Questo scenario si riflette in maniera altrettanto negativa sulle finanze di ogni cittadino.

Devi sapere infatti che gran parte dell’energia destinata a questi riscaldamenti viene sprecata a causa dell’obsolescenza degli impianti, che paghiamo con i nostri risparmi.

L’efficienza energetica è la soluzione

Per evitare questa immane dispersione di energia la soluzione è l’efficienza energetica.

Ovvero quella serie di azioni di programmazione, pianificazione, progettazione e realizzazione che permettono, a parità di servizio, di consumare meno energia e ridurre i costi di manutenzione.

Non si tratta quindi di una mera sostituzione di un impianto obsoleto con uno di ultima tecnologia, ma di una serie di valutazioni utili ad individuare tutti gli sprechi energetici e le azioni da intraprendere.

Infatti, nel caso del riscaldamento della climatizzazione degli edifici, prima ancora di valutare quale tipologia di impianto installare al posto di quello obsoleto, è fondamentale analizzare tutte le dispersioni di calore presenti nell’ambiente che potrebbero dipendere da una cattiva coibentazione del muro perimetrale esterno, stato degli infissi ecc.

Purtroppo, la maggior parte del patrimonio edilizio italiano, risale a prima dell’avvento di una qualsiasi legge in materia di efficienza energetica e una gran parte di questi immobili, è caratterizzata da un mediocre stato di conservazione.

Risulta evidente quanto sia importante verificare lo stato di salute degli immobili per individuare gli sprechi e soltanto in seguito procedere con gli interventi di efficientamento energetico.

Un’operazione virtuoso che trova può massimizzare i risultati con l’installazione di impianti di energia rinnovabile, come la pompa di calore per la climatizzazione (caldo/freddo) degli ambienti.

In questo modo vengono abbattuti gli sprechi energetici tramite l’efficientamento, e con le rinnovabili, si produce l’energia necessaria a costo zero e a ridotto impatto ambientale.

Un sistema eccellente che ancora fatica a decollare, perché?

Nella maggior parte dei casi, quello che spaventa è l’investimento iniziale ma solo perché sono in pochi a conoscere gli incentivi dedicati all’efficienza energetica.

La pompa di calore è l’impianto di altissima efficienza incentivato fino al 65%

Molto spesso la pompa di calore viene erroneamente scambiata per quell’impianto destinato al raffrescamento estivo degli ambienti, in realtà ne esistono diverse tipologie, alcune delle quali in grado di svolgere la doppia funzione di riscaldamento e raffrescamento.

Fa parte delle rinnovabili perché utilizza l’energia dell’aria esterna all’edificio per riscaldare/raffrescare gli ambienti e per effetto diretto riducono l’emissione inquinanti nell’atmosfera.

Per questo motivo, la pompa di calore viene promossa da un fruttuoso incentivo, il Conto Termico 2.0 (qui puoi trovare l’articolo di approfondimento), destinato a privati, aziende e pubbliche amministrazioni, il contributo a fondo perduto che ripaga fino il 65% dei costi sostenuti per realizzare l’intervento.

Un unico impianto, a top efficienza, che permette sia di riscaldare che di raffrescare gli ambienti, abbattendo le emissioni.

Impianti di questo tipo garantiscono alte prestazioni e manutenzione minima, fattore da tenere fortemente in considerazione perché incide sui costi e sulle performance.

Certo, l’investimento iniziale è più oneroso rispetto ad una caldaia a condensazione ma l’incentivo abbatte gran parte dei costi.

Inoltre, la bolletta gas può essere praticamente azzerata, combinando alla pompa di calore, l’impianto solare termico con cui scaldare l’acqua sanitaria. E si può fare ancora di più: con l’impianto fotovoltaico, si potrebbe produrre tutta l’energia elettrica necessaria alla pompa di calore.

L’efficienza energetica per una qualità di vita migliore

Le problematiche connesse alla cattiva qualità dell’aria e allo spreco di risorse, riguardano tutti e per questo dobbiamo riflettere a fondo su quali impatti abbiano le nostre scelte, sull’economia e sulla qualità delle nostre vite.

In questa ottica, uso efficiente del riscaldamento e della climatizzazione dei nostri edifici, deve rappresentare un must della nostra società per intraprendere misure sostenibili che creino un qualcosa di valore e di duraturo nel tempo.

I vantaggi di questo cambio di paradigma sono molteplici:

  1. Minori emissioni inquinanti nell’aria;
  2. Più risparmio energetico e quindi economico;
  3. Maggior confort tecnologico;
  4. Maggiore indipendenza energetica.

Considerato che ad oggi, l’Italia tra rinnovabili e giacimenti auto-produce solo il 20-30% dell’energia che consuma, significa che ogni anno circa 80 mld euro vanno all’estero. Circa il 5% del nostro PIL, una cifra enorme che impoverisce noi italiani.

A questa cifra dobbiamo poi sommare i costi di trasporto, imposte, oneri di sistema e inflazione.

Per essere più forti e dare a tutti l’opportunità di esserlo, dobbiamo raggiungere maggiore indipendenza dalle fonti fossili rinnovabili e abbattere gli sprechi energetici.

La strada è una sola: l’efficienza energetica. Cosa aspettiamo?

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