Conto Termico 3.0: opportunità concreta per gli Enti del Terzo Settore
4 Novembre 2025 | Incentivi
Con il nuovo decreto MASE si amplia l’accesso al Conto Termico 3.0: meno burocrazia, più opportunità e nuove tipologie di spesa. Un’occasione concreta per gli Enti del Terzo Settore che vogliono investire in efficienza.
Negli ultimi anni, la questione energetica è diventata un tema cruciale per tutti: famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni. Tuttavia, un segmento spesso dimenticato è quello del Terzo Settore, formato da associazioni, cooperative sociali, fondazioni e organizzazioni che gestiscono spazi comunitari, strutture assistenziali o centri culturali. Si tratta di realtà che, pur avendo una forte missione sociale, spesso operano in edifici datati, energivori e difficili da gestire economicamente.
Con l’arrivo del Conto Termico 3.0, previsto dal decreto MASE del 7 agosto 2025 e operativo dal 25 dicembre 2025, le cose stanno cambiando. Questo nuovo strumento aggiorna e potenzia il precedente meccanismo di incentivo, offrendo contributi diretti in conto capitale a chi investe in efficienza energetica o nella produzione di energia termica da fonti rinnovabili. La novità più significativa è proprio l’inclusione degli Enti del Terzo Settore tra i beneficiari, ampliando una platea che fino a oggi comprendeva solo soggetti pubblici, imprese e privati.
Per il mondo del non profit, questo rappresenta una svolta importante, non solo perché consente di abbattere i costi di gestione, ma anche perché introduce un approccio strutturato alla sostenibilità ambientale, in linea con i principi di responsabilità sociale che caratterizzano il settore.
In questo nuovo articolo vedremo come funziona il Conto Termico 3.0, quali opportunità offre agli Enti del Terzo Settore, quali interventi sono ammessi e come prepararsi al meglio per accedere agli incentivi.
Buona lettura!
Indice
Ricapitolando il Conto Termico 3.0
Il Conto Termico è uno degli incentivi più consolidati nel panorama italiano, gestito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). A differenza dei bonus fiscali, non richiede capienza d’imposta o cessione del credito: il contributo viene erogato direttamente al beneficiario, una volta conclusi e verificati i lavori.
Con la nuova versione 3.0, lo strumento diventa più efficiente, più inclusivo e più flessibile.
Tra le principali novità troviamo:
- Procedure semplificate e digitalizzate, con tempi di valutazione più rapidi;
- Ampliamento delle spese ammissibili, che ora includono sistemi di automazione e controllo (BACS), colonnine di ricarica per veicoli elettrici e impianti ibridi;
- Maggiore copertura dei costi, con contributi che possono arrivare fino al 65% della spesa (e in alcuni casi anche oltre, per strutture con funzione pubblica o sociale).
Gli interventi si dividono in due grandi categorie:
- Efficienza energetica sugli edifici (isolamento termico, sostituzione di impianti obsoleti, sistemi di controllo intelligente dei consumi);
- Produzione di energia termica da rinnovabili (pompe di calore, solare termico, caldaie a biomassa).
Si tratta di un meccanismo flessibile e stabile, che permette di ottenere un ritorno immediato sui risparmi energetici e ridurre sensibilmente i costi di gestione.
Conto Termico 3.0 per gli Enti del Terzo Settore
Per gli Enti del Terzo Settore, il nuovo Conto Termico rappresenta un’occasione concreta per ridurre le spese energetiche e aumentare la sostenibilità gestionale delle proprie strutture.
Gli edifici utilizzati da queste realtà -spesso di grandi dimensioni e con impianti datati- consumano molta energia e richiedono manutenzione costante.
Grazie al 3.0, gli ETS possono:
- ridurre i costi operativi grazie a un contributo diretto che copre gran parte delle spese di investimento;
- migliorare il comfort di ospiti, utenti e operatori;
- allinearsi agli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale (ESG);
- liberare risorse da reinvestire nelle attività istituzionali.
Per esempio, un’associazione che gestisce un centro per minori in un edificio costruito negli anni ’70 può sostituire la vecchia caldaia con una pompa di calore ad alta efficienza, installare un sistema di monitoraggio dei consumi e coibentare parte dell’immobile. L’incentivo coprirebbe oltre la metà della spesa, riducendo i consumi fino al 40% annuo.
A differenza dei bonus fiscali, il contributo viene accreditato direttamente sul conto dell’ente a lavori conclusi, senza vincoli legati alla capienza fiscale. Un vantaggio importante per chi opera con bilanci contenuti e margini di investimento limitati.
Gli interventi ammessi
Con l’entrata in vigore della nuova misura, gli Enti del Terzo Settore potranno accedere a un insieme articolato di interventi che spaziano dall’efficienza energetica alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
L’obiettivo è quello di rendere più sostenibili gli edifici utilizzati per attività sociali, educative e assistenziali, spesso caratterizzati da consumi elevati e impianti obsoleti.
Le opportunità offerte si concentrano su tre grandi ambiti:
- Efficienza energetica negli edifici: interventi come l’isolamento termico delle pareti e delle coperture, la sostituzione di infissi e serramenti con modelli ad alte prestazioni e l’introduzione di sistemi di building automation (BACS) per il controllo intelligente della climatizzazione e dell’illuminazione. Migliorare l’involucro edilizio e automatizzare la gestione degli impianti consente di ridurre i consumi in modo duraturo.
- Produzione di energia termica da rinnovabili: sostituzione di vecchi generatori con pompe di calore, caldaie a biomassa o impianti solari termici. Queste tecnologie sono particolarmente efficaci per strutture che richiedono riscaldamento continuo o produzione costante di acqua calda, come RSA, centri comunitari o edifici scolastici.
- Progetti integrati: è possibile combinare più azioni in un unico intervento -ad esempio coibentazione, sostituzione impianto e installazione solare termico- ottenendo così un maggiore risparmio energetico e una copertura più ampia dell’incentivo.
Un ulteriore vantaggio è la possibilità di implementare strumenti digitali di monitoraggio e controllo, che aiutano gli enti a misurare i risultati raggiunti e a comunicare in modo trasparente i benefici energetici ed economici. Questo aspetto è particolarmente utile ai fini della rendicontazione sociale, sempre più richiesta anche nel mondo del non profit.
Infine, gli interventi previsti possono essere combinati con altre misure di sostegno, come bandi regionali o fondi locali, purché non venga superato il 100% della spesa. In questo modo, gli ETS possono costruire piani finanziari sostenibili, sfruttando più fonti di contributo per massimizzare l’efficacia degli investimenti.
Come muoversi e perché agire adesso
Anche se il decreto che introduce il Conto Termico 3.0 è già stato pubblicato, le Regole Applicative del GSE sono attese entro fine anno. Questo è il momento ideale per prepararsi, così da essere pronti a cogliere l’opportunità non appena il meccanismo sarà pienamente operativo.
La prima azione per un Ente del Terzo Settore è mappare i propri edifici e impianti, individuando quelli con maggiori consumi o tecnologie datate. Una diagnosi energetica preliminare, anche leggera, aiuta a stabilire le priorità e a stimare il potenziale di risparmio.
Successivamente, conviene definire un piano di intervento e raccogliere per tempo la documentazione necessaria -preventivi, APE, schede tecniche e titoli edilizi- così da ridurre i tempi quando sarà possibile presentare la domanda. L’accesso potrà avvenire in modalità diretta (a lavori conclusi) o a prenotazione (per interventi ancora da avviare), formula utile per pianificare l’investimento con maggiore certezza.
Una volta realizzati i lavori, è importante monitorare e comunicare i risultati: quantificare i risparmi energetici e raccontarli nel bilancio sociale o nei propri canali rafforza la credibilità dell’ente e ne valorizza l’impegno ambientale.
Il Conto Termico 3.0 permette agli ETS di ridurre costi, migliorare gli spazi e contribuire alla transizione ecologica. Agire oggi significa investire in efficienza, sostenibilità e impatto sociale duraturo.
Se desideri approfondire l’argomento, sappi che RiESCo è una Energy Service Company (ESCo) certificata UNI CEI 11352:2014 e ISO 9001. Le ESCo sono società specializzate in interventi di efficientamento energetico, che si assumono il rischio dell’iniziativa, sollevando il cliente da ogni onere organizzativo e di investimento.
