Conto Termico 3.0 – le differenze con il 2.0
25 Agosto 2025 | Incentivi
Scopri le novità del Conto Termico 3.0 e come si differenzia dal 2.0 per sostenere la transizione energetica negli edifici italiani.
Il Conto Termico è da anni uno degli strumenti più efficaci per sostenere l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili negli edifici. Il decreto riguardo il Conto Termico 3.0, approvato il 5 agosto 2025 dalla Conferenza Unificata e adottato dal Ministero della Transizione Ecologica (MASE), rappresenta una svolta significativa nell’evoluzione di questo strumento.
Rispetto alla versione 2.0, il Conto Termico 3.0 introduce una serie di novità sostanziali: non solamente un ampliamento dei beneficiari e delle tecnologie ammesse, ma un vero aggiornamento del modello, con attenzione alle esigenze reali e ai costi.
Il sistema mira ora a favorire interventi più integrati, capaci di coniugare efficienza dell’involucro, sistemi impiantistici moderni, gestione intelligente e integrazione con la mobilità elettrica.
In particolare, il 3.0 amplia i beneficiari -includendo anche terziario privato, Terzo Settore e Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)– e aggiorna gli interventi ammessi.
Accanto a pompe di calore e solare termico, ora sono incentivati anche pacchetti che integrano fotovoltaico, accumulo e colonnine di ricarica, se legati alla sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore.
Altri elementi centrali del nuovo schema sono l’adeguamento dei massimali, con percentuali di copertura più elevate, e le procedure semplificate, grazie al mandato al GSE di aggiornare portale e regole operative.
Continua la lettura per scoprire nel dettaglio tutte le novità della nuova iterazione del Conto Termico rispetto al suo predecessore.
Buona lettura!
Indice
Cos’è il Conto Termico
Il Conto Termico è un meccanismo di incentivo in conto capitale, pensato per sostenere interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
È operativo dal 2013 ed è stato già aggiornato con il passaggio dal Conto Termico 1.0 al 2.0, per rendere più ampio e funzionale l’accesso agli incentivi. La caratteristica principale di questo strumento è la modalità di erogazione: a differenza delle detrazioni fiscali, che restituiscono il beneficio nel tempo, il Conto Termico garantisce un contributo diretto tramite il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), con tempi generalmente rapidi e, per importi contenuti, anche in unica soluzione.
Con l’arrivo del Conto Termico 3.0, approvato a inizio agosto, il meccanismo viene ulteriormente potenziato e modernizzato. L’obiettivo è duplice: da un lato favorire la riqualificazione degli edifici pubblici e privati con strumenti più accessibili ed efficaci, dall’altro integrare le nuove esigenze del settore energetico, come l’autoconsumo collettivo.
Per questo, nel nuovo schema si assiste a un ampliamento della platea dei beneficiari, a un aggiornamento delle tipologie di intervento ammesse -che ora comprendono pacchetti integrati tra involucro, impianti e soluzioni innovative- e a una revisione di massimali e percentuali di incentivo, adeguati ai prezzi e alle tecnologie attuali.
Il decreto prevede anche una semplificazione delle procedure e un aggiornamento delle regole applicative a cura del GSE, così da garantire una gestione più veloce e trasparente delle richieste. In questo senso, il 3.0 non è soltanto un’evoluzione tecnica del precedente Conto Termico 2.0, ma un vero salto di qualità, pensato per rendere lo strumento più vicino alle esigenze di amministrazioni, imprese e cittadini nel percorso di transizione energetica.
Interventi incentivati dal nuovo Conto Termico
Cosa resta e cosa cambia con l’aggiornamento? Il nuovo Conto Termico 3.0 non stravolge completamente la logica del meccanismo precedente, ma la arricchisce e la rende più vicina agli scenari energetici attuali.
Restano infatti invariati i principali capisaldi già previsti dal 2.0: incentivi per la sostituzione di impianti esistenti con pompe di calore ad alta efficienza, installazione di solare termico, interventi di coibentazione e isolamento dell’involucro edilizio, e sistemi di building automation per la gestione intelligente dei consumi. Questi interventi rimangono il cuore del meccanismo, perché garantiscono riduzioni dirette e misurabili dei fabbisogni energetici.
La vera novità del 3.0 è l’apertura a combinazioni integrate di interventi. Entrano per la prima volta nel perimetro del Conto Termico tecnologie finora escluse, come il fotovoltaico, i sistemi di accumulo elettrico e le colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
Tuttavia, non sono finanziati come interventi “stand alone”: per accedere agli incentivi devono essere abbinati alla sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore elettriche, che diventano così l’intervento “trainante”. Questo vincolo sottolinea la volontà di integrare la produzione rinnovabile elettrica con l’elettrificazione dei consumi termici e con la mobilità elettrica, creando un ecosistema coordinato edificio–impianto–utente.
Si tratta di un cambio di paradigma rispetto al Conto Termico 2.0. Nella versione precedente, infatti, il fotovoltaico era escluso dal meccanismo e la mobilità elettrica non era collegata agli incentivi termici.
Con il 3.0, invece, si punta su pacchetti integrati che combinano efficienza dell’involucro, impianti HVAC ad alta efficienza, gestione intelligente e produzione rinnovabile elettrica con accumulo. In questo modo, il contributo non riguarda solo il singolo impianto, ma il sistema edificio nel suo complesso, con vantaggi concreti in termini di riduzione dei consumi, abbattimento dei picchi e maggiore autonomia energetica.
Massimali aggiornati
Il Conto Termico 3.0 interviene in modo deciso sull’adeguamento di massimali e tetti di spesa, aggiornandoli ai valori di mercato e chiarendo in maniera più trasparente le percentuali di copertura.
In media, il contributo arriva a circa 65% delle spese ammissibili, ma può toccare il 100% per gli interventi realizzati su edifici pubblici strategici, come scuole e strutture sanitarie, situati nei comuni con meno di 15.000 abitanti. Questo riconoscimento specifico punta a sostenere i territori più piccoli, che spesso dispongono di budget ridotti ma hanno un patrimonio edilizio datato ed energivoro.
La dotazione finanziaria complessiva resta pari a 900 milioni di euro l’anno, suddivisi in 400 milioni per la Pubblica Amministrazione e 500 milioni per privati e soggetti equiparati. La ripartizione mantiene l’equilibrio già sperimentato, ma con strumenti più efficaci per garantire che le risorse vengano realmente utilizzate.
L’effetto pratico di questo riallineamento è duplice: da un lato, le Pubbliche Amministrazioni e le ESCo possono contare su incentivi più consistenti e quindi su una maggiore bancabilità dei progetti, in particolare nei piccoli comuni; dall’altro, per privati e imprese del terziario il meccanismo diventa più attrattivo, poiché i contributi risultano finalmente in linea con i costi reali di tecnologie e materiali.
In questo modo, il 3.0 non solo favorisce interventi “minimi”, ma apre la strada anche a riqualificazioni profonde e integrate, che richiedono investimenti più importanti ma producono risparmi energetici duraturi.
Procedura più snella e semplificata
Il decreto manda in esecuzione operativa il 3.0 con semplificazioni e un mandato al GSE per l’aggiornamento del portale e delle regole applicative. Questo significa iter più lineare, documentazione allineata alle nuove tipologie (incluse CER e combinazioni FV+accumulo), e maggiore coerenza tra prenotazione (PA) e accesso diretto (interventi conclusi).
Per chi progetta o decide gli investimenti, conviene impostare sin da subito interventi integrati e verificare la cumulabilità con altri strumenti (laddove prevista) alla luce delle nuove regole GSE.
Per richiedere il contributo è necessario presentare una richiesta tramite il portale del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), che gestisce l’intero processo. Gli interventi possono essere avviati su iniziativa diretta del soggetto beneficiario oppure tramite contratto con una ESCo accreditata.
Per ottenere il contributo del Conto Termico, basta presentare la richiesta sul portale del GSE, che gestisce l’intero iter. Gli interventi possono essere avviati direttamente dal beneficiario o tramite una ESCo, che si occupa di tutte le fasi del progetto.
A seconda del soggetto e del tipo di intervento, l’incentivo si può richiedere con procedura diretta (interventi già realizzati) o con prenotazione (per lavori ancora da eseguire). È fondamentale che tutta la documentazione sia conforme ai requisiti del GSE.
RiESCo, ESCo certificata UNI CEI 11352:2014 e ISO 9001, gestisce gli interventi assumendosi rischi e oneri, sollevando il cliente da ogni complicazione. Crediamo nel Conto Termico come strumento efficace, soprattutto per la Pubblica Amministrazione.
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