Smaltimento dei pannelli fotovoltaici: come fare e cosa sapere

9 Giugno 2025 | Efficienza Energetica

Conoscere il giusto iter per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici è essenziale, sia per i privati che per i professionisti.

Con la crescente diffusione dell’energia da fonte solare, alimentata dalla transizione ecologica e favorita dagli incentivi per le rinnovabili, la gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici sta assumendo un ruolo sempre più centrale nelle politiche ambientali.

Infatti, con l’aumento degli impianti installati negli ultimi decenni, cresce anche il numero di moduli che stanno raggiungendo la fine del loro ciclo di vita utile.

Proprio per questo, a marzo del 2025 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato nuove istruzioni operative che definiscono in modo chiaro e dettagliato la modalità di raccolta, trattamento e smaltimento dei pannelli fotovoltaici.

Tali linee guida mirano a garantire, non solo la sicurezza ambientale, ma anche il recupero efficiente dei materiali, in piena coerenza con i principi dell’economia circolare e della sostenibilità.

Se anche tu vuoi saperne di più sull’iter corretto per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici e comprendere gli obblighi normativi previsti per i cittadini, installatori e aziende, questo articolo fa al caso tuo.

Buona lettura!

Da cosa sono composti i Pannelli Fotovoltaici?

I pannelli fotovoltaici sono dispositivi tecnologicamente avanzati, composti da una combinazione di materiali attentamente selezionati per garantire efficienza, durata e resistenza alle condizioni ambientali.

Il cuore dei pannelli è costituito da celle fotovoltaiche realizzate principalmente da silicio (5-10%), un semiconduttore che consente la conversione della luce solare in energia elettrica.

A protezione delle celle, sulla parte frontale del modulo, è presente uno strato di vetro temperato (che rappresenta circa il 75% del peso totale del pannello). Questo vetro ha il compito di proteggere le celle da urti, grandine, vento e altre sollecitazioni esterne, garantendo al contempo il passaggio della luce solare.

Internamente, tra vetro e celle, viene applicato uno strato di EVA (Etilene Vinil Acetato), una plastica trasparente che ha la funzione di incapsulare e proteggere le celle, mantenendole in posizione e migliorando la durabilità del modulo.

A completare la struttura troviamo un telaio in alluminio, leggero ma resistente, che consente il montaggio del pannello e conferisce stabilità all’intero dispositivo. In quantità minori, all’interno del pannello si trovano anche metalli preziosi e conduttori come rame, argento e stagno, impiegati per i contatti elettrici e le connessioni tra le celle.

Questo complesso ma ben organizzato mix di materiali rende i pannelli fotovoltaici altamente riciclabili. Si stima infatti che circa il 95% dei materiali utilizzati per la loro realizzazione sia tecnicamente recuperabile, e le tecnologie attualmente disponibili permettono di recuperare fino al 90% del peso complessivo di un modulo.

Classificazione dei pannelli fotovoltaici come rifiuti

Al termine del loro ciclo vita, i pannelli fotovoltaici sono classificati come Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche (RAEE),secondo il Decreto Legislativo 49/2014, che recepisce la Direttiva Europea 2012/19/UE.

La normativa in questione distingue tra:

  • RAEE Domestici, pannelli provenienti da impianti con potenza inferiore a 10 kW (installati tipicamente su abitazioni private);
  • RAEE Professionali, ovvero pannelli provenienti da impianti con potenza pari o superiori a 10 kW (generalmente utilizzati in ambito commerciale e industriale).

Questa distinzione influenza direttamente la modalità e i costi dello smaltimento.

Come si smaltiscono i pannelli e quali sono i costi previsti

Lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici a fine vita è regolato da precise normative.

I pannelli fotovoltaici, come sopracitato, a seconda della loro origine e destinazione d’uso, si distinguono due principali categorie di RAEE, ciascuna con una procedura di smaltimento specifica.

RAEE Domestici (impianti residenziali <10 kW):

  • Il proprietario deve consegnare i pannelli dismessi presso un Centro di Raccolta RAEE comunale autorizzato, nel gruppo 4 (apparecchiature elettroniche diverse da quelle informatiche);
  • Il servizio è gratuito, in quanto finanziato dai produttori tramite l’eco-contributo ambientale pagato al momento dell’acquisto del pannello.

RAEE Professionali (impianti >10 kW o a uso commerciale/industriale):

In questo caso si distingue ulteriormente in base alla data di entrata in esercizio dell’impianto in base all’entrata in vigore del Decreto Legislativo 49/2014:

  • Per impianti installati prima del 12 aprile 2014:
    • Il soggetto responsabile (proprietario o gestore) è tenuto a consegnare i moduli a un impianto di trattamento autorizzato.
    • I costi di smaltimento sono a carico del proprietario, salvo che i moduli vengano sostituiti con nuovi pannelli: in tal caso, il produttore può assumersi parte degli oneri.
  • Per impianti installati dopo il 12 aprile 2014:
    • La responsabilità economica dello smaltimento ricade sul produttore del pannello, in base al principio della responsabilità estesa del produttore (EPR).
    • Anche in questo caso, il conferimento deve avvenire presso un impianto autorizzato, nel rispetto delle normative ambientali.

Per quanto riguarda gli impianti installati attraverso incentivi, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) trattiene una quota degli incentivi destinata proprio ai costi di gestione dei rifiuti derivati dai pannelli, che comprendono: raccolta, trasporto, trattamento, recupero e smaltimento.

In caso di Revamping totale o rilevante degli impianti è obbligatorio seguire il giusto iter di dismissione e presentare la documentazione attestante l’avvenuto trattamento, come il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR).

Pannelli Fotovoltaici: quanto possono inquinare?

Come evidenziato all’inizio di questo articolo, i pannelli fotovoltaici, pur rappresentando una soluzione chiave per la produzione di energia pulita, sono costituiti da una combinazione di materiali che includono vetro, alluminio, plastica, silicio e, in alcuni casi, metalli pesanti come piombo, cadmio o tellurio.

Se non adeguatamente trattati alla fine del loro ciclo di vita, questi materiali possono rappresentare un potenziale rischio per l’ambiente, in particolare per il suolo e le falde acquifere.

Un adeguato processo di smaltimento e recupero non solo evita la dispersione di sostanze nocive, ma consente anche di valorizzare risorse preziose attraverso il riciclo.

Elementi come il silicio e i metalli contenuti nei pannelli possono infatti essere riutilizzati per la produzione di nuovi moduli o impiegati in altri settori industriali, contribuendo così a ridurre il consumo di materie prime e a promuovere un’economia più circolare e sostenibile.

Una gestione responsabile dei pannelli fotovoltaici a fine vita è fondamentale per garantire che una tecnologia nata per proteggere l’ambiente non finisca, paradossalmente, per danneggiarlo.

Conclusioni

La corretta gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici è essenziale per minimizzare l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità. È fondamentale che i proprietari e gli operatori del settore seguano le procedure in vigore per garantire uno smaltimento sicuro e a norma.

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